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Lunedì, 29 Aprile 2024
Elezioni Comunali 2012

Le reazioni post-voto: si apre il dibattito tra i partiti della "grande coalizione" per le alleanze

Mannino tra Pennica e Lo Bello? Zambuto pronto al ballottaggio, Pennica conta di azzerare il risultato del primo turno. Mentre escono di scena gli sconfitti

La campagna elettorale non era stata sanguinosa. Ma il giorno culminante, il giorno decisivo, ha inflitto delle piccole ferite qua e là. Da una parte il boom sorprendente del sindaco uscente Marco Zambuto che ha raccolto quasi il 40 percento delle preferenze. Dall'altra, la soddisfazione parziale  di Salvatore Pennica, che attestandosi al 22 percento dei voti, va anche lui al ballottaggio, nutrendo in cuor suo qualche amarezza nascosta. E poi ci sono i piccoli e grandi sconfitti. Perdono la partita Mariella Lo Bello e Giampiero Carta, i volti nuovi che si affacciavano alla politica agrigentina. Incassa un buon 11 percento da solo, senza partiti, Giuseppe Arnone. Un risultato che però sancisce la fine di un trentennale impegno politico per Agrigento. Delusione grande invece per il movimento Epolis e per "Agrigento bene comune", la lista civica della sinistra. L'effetto della legge elettorale che alza dal 3 al 5 percento la soglia di sbarramento ha ucciso sul nascere le ambizioni dei due movimenti e con queste anche quelle di personaggi dal calibro di Lillo Miccichè e Nello Hamel.    

REAZIONI POST VOTO. La coalizione a sostegno di Lo Bello si dice soddisfatta del risultato ottenuto dalle liste, che insieme hanno ottenuto più voti di Mariella Lo Bello. "Ma, ahimè, come sindaco il messaggio non è arrivato, avremmo voluto cambiare ordine di marcia e invece Zambuto ha incassato un risultato positivo", dice Roberto Di Mauro, leader agrigentino del Mpa. Propositivi anche Pd e Fli, che giudicano ottimi i risultati delle liste. "L'effetto della legge elettorale ha penalizzato non solo Pennica, ma anche Lo Bello - spiega Nino Bosco, segretario provinciale del Pdl -. Zambuto è stato bravo a intercettare il voto della gente che oggi è più libera che mai". Gli avversari si arrestano di fronte al risultato di Zambuto. Lillo Miccichè cerca di individuare le cause di tanto successo. "E' colpa dei giornalisti e dei media", afferma il segretario provinciale di Sel, che poi aggiunge di non essere interessato al ballottaggio. "Due candidati del centrodestra sono due facce della stessa medaglia". Che sia amareggiato e deluso lo si sente dal tono della voce e dalle parole, "risultato deprimente rispetto alla mole di lavoro. Il voto per il sindaco è un voto politico, quello del consigliere non lo è e non lo è stato mai", conclude.
 
VERSO IL BALLOTTAGGIO. Il centrosinistra dunque si tira fuori, mostrando totale disinteresse al ballottaggio. Disinteressato a qualsiasi tipo di accordo è anche Giuseppe Arnone. La partita politica si gioca sul fronte di Mariella Lo Bello. La coalizione del Terzo polo è l'unica che potrebbe spostare, forse però non in misura davvero determinante, l'ago della bilancia a favore di uno o dell'altro. C'è il silenzio tra le fila dell'alleanza. Giovedì è in programma un incontro per discutere della cosa. Sembra comunque facile prevedere l'apparentamento con Totò Pennica, per diverse ragioni. Pennica era il candidato adocchiato dal Pd, Fli e Api. Meno amato da Mpa, ma sicuramente preferito a Zambuto, considerando anche il rapporto incrinato ormai da tempo tra Di Mauro e il sindaco uscente. Un'altra ragione che rende percorribile questa strada è un nome, che fa da minimo comune denominatore fra tutti: Calogero Mannino. Il passaggio tra Lo Bello e Mannino è mediato da un tassello che sembrerebbe non essere un dettaglio trascurabile: Maria Grazia Brandara. Manniniana storica, inizialmente vicino a Epolis in queste amministrative, infine con Lo Bello in virtù del rapporto amicale. Poi le parole dell'ex sindacalista: "Io ero alternativa a Zambuto. Può Zambuto rappresentare il cambiamento? No. L'alternativa adesso è solo Pennica, questo è chiaro, ma non ho preso nessuna decisione, lo farò con la coalizione, anche se l'apparentamento mi riguarda poco, potrebbe far ottenere qualche consigliere insomma, che comunque significa portare in Consiglio le nostre idee". Sembra confusa Lo Bello, ma in realtà la scelta è tra Pennica o nessuno.

Dalla parte di Zambuto, invece, il risultato è abbastanza confortante da consentire di non dover cercare più nessun accordo forzato. "Nessun apparentamento con i partiti, siamo già apparentati con la gente, non ci interessa nemmeno il premio di maggioranza. Marzo Zambuto è ancora al di sopra dei partiti e lo dimostra il fatto che sia più del Patto per il territorio che dell'Udc". Piero Macedonio, contento del risultato delle urne, vanta i numeri dal movimento di cui è presidente, definendolo lontano dalle logiche partitiche. La sinistra sostiene che Zambuto cercherà il voto di Alfano, mentre anche alcune parti del Pd appoggiano pienamente la candidatura di Zambuto, senza farne mistero. Il riferimento è al senatore Benedetto Adragna, la cui “massima espressione” è rappresentata da Piero Luparello. “Il risultato del ballottaggio non è comunque scontato”, dicono Pennica, Bosco e anche Di Mauro, i quali sostengono che sia una partita completamente nuova dove tutto è possibile.

(dbr)

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