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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Truffa nella vendita dei farmaci, tensioni in aula prima del processo

Scontro fra alcuni testi e un medico imputato, un investigatore in aula: "Indagato al telefono cercò di fare sparire i medicinali che teneva in casa prima della perquisizione"

“Non sono mai andato nella farmacia Terrana di Porto Empedocle. Ho avuto cinque infarti, il diabete e i trigliceridi. Vado a prendere i farmaci ad Agrigento vicino casa”. Un ottantaduenne di origini catanesi, che per definire il suo stato di salute si definisce “funnuto” (fuso) mandando il tilt la pm romana Simona Faga (il presidente del collegio Antonio Genna le spiega il significato del termine dialettale), conferma implicitamente la tesi dell’accusa: l’anziano paziente del medico imputato Carmelo Amato sarebbe stato utilizzato, a sua insaputa, per giustificare la fuoriuscita di medicinali dalla farmacia di Mario Terrana che poi, sottobanco, sarebbero stati rivenduti nella parafarmacia riconducibile sempre all’empedoclino, figura chiave dell’inchiesta sulla presunta truffa nella vendita dei medicinali e finito, il 10 aprile di quattro anni fa, agli arresti domiciliari.

In sostanza il medico avrebbe prescritto a sua insaputa dei farmaci per avere una pezza di appoggio formale alla fuoriuscita dalla sua farmacia. La circostanza è stata confermata da altri pazienti, tutti anziani e con gravi patologie. Qualcuno ha escluso anche di avere mai assunto quel tipo di farmaco. I difensori, in particolare gli avvocati Enzo Caponnetto e Angelo Sutera, hanno cercato di fare emergere che, in alcuni casi, potrebbero essere stati parenti e amici ad andare alla farmacia di Terrana ad acquistare i farmaci.

La presunta associazione a delinquere avrebbe avuto al vertice il farmacista Mario Terrana, che si sarebbe avvalso della collaborazione di medici compiacenti che gli fornivano le ricette all’insaputa dei loro assistiti. Terrana, titolare di una farmacia a Porto Empedocle e di due parafarmacie che avrebbe utilizzato per vendere abusivamente farmaci privi delle cosiddette fustelle, le targhette identificative obbligatorie per legge. Sul banco degli imputati siedono anche Ninì Mirella Pace, 61 anni, moglie di Terrana; Cinzia Venturella, 32 anni di Ribera; Carmelinda Strazzeri, 34 anni di Mazzarino, farmaciste collaboratrici della farmacia di Terrana; Gino Montante, 68 anni di Agrigento e Andrea Savatteri, 64 anni di Porto Empedocle, medici di base, e Michele Alletto, 46 anni di Agrigento, dipendente della farmacia di Terrana. Nella lista degli imputati anche i medici Raffaele Sanzo, 54 anni, e Carmelo Amato, 64 anni, e il canicattinese Salvatore Cani, 50 anni, addetto a un deposito di medicinali. Le accuse ipotizzate, con ruoli e posizioni differenti, sono di associazione a delinquere finalizzata a truffa, falso, ricettazione ed esercizio abusivo della professione.

Ieri, prima dell’inizio dell’udienza, si sono vissuti anche momenti di tensione con un battibecco fra alcuni testi e un medico imputato dai contenuti non meglio precisati. I testi sono stati fatti accomodare nella sala a loro dedicata e la discussione animata si è chiusa quasi sul nascere. 

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