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Cronaca

"Duty free", il Riesame scarcera Castronovo

Il funzionario dell'Agenzia delle entrate, per i giudici del Tribunale del riesame, non avrebbe potuto "aiutare" Peretti perchè quest'ultimo aveva un contenzioso con Riscossione sicilia e non con l'Agenzia delle entrate

Il Tribunale del Riesame di Palermo ha depositato le motivazioni della scarcerazione scaturita dal ricorso di Giuseppe Castronovo, funzionario dell’Agenzia delle entrate, finito in carcere nell’ambito dell’inchiesta “Duty free” con l’accusa di aver avuto un atteggiamento non consono, rispetto ai propri doveri di ufficio, nel tentativo di ottenere vantaggi personali, ossia il superamento di due esami universitari.

Assieme a Castronovo era stato arrestato anche l’agrigentino D. P. (anche per lui annullata l’ordinanza di custodia cautelare). Il provvedimento a carico di Castronovo teneva conto anche di alcune assenze dal lavoro (per seguire dei lavori in un suo appartamento di Palermo o per indolenza) giustificate da certificati medici "di comodo". Per i giudici resta in piedi quest'ultima ipotesi di reato, ma non quella più grave del compimento di atti contrari ai doveri del proprio ufficio per ottenere un vantaggio per sé e per la moglie, che con lui avrebbe sostenuto gli esami di inglese e informatica.

L’accusa sosteneva che tra Castronovo avesse in qualche modo cercato di “agevolare” P. il quale, secondo le intercettazioni citate dai pm, avrebbe poi chiesto al funzionario consigli e informazioni riservate in merito a vertenze tributarie legate alla “P”.

In realtà, per i giudici del Riesame, dalle stesse intercettazioni si evince come Castronovo non avrebbe fatto altro che cercare una dichiarazione dei redditi relativa al 2011 (mai effettuata da P.), e fornirgli dei consigli circa i contenziosi con la società di riscossione: «si tratta di contenziosi che non riguardano l’Agenzia delle Entrate ma Riscossione Sicilia Spa, soggetto del tutto diverso. E quindi - motivano - non si vede in che modo Castronovo avrebbe potuto interloquire coi giudici tributari a quel riguardo». 

Per queste ragioni è stata disposta la scarcerazione. Per i giudici «la misura in atto appare sproporzionata», mentre sarebbe più congrua la «sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio, per la durata di un anno. Così rifletterà – scrivono – sulle azioni messe in atto in tema di assenteismo». 

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