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Inchiesta "Carback": 68 indagati per mafia, droga ed estorsioni con "cavallo di ritorno"

Oltre 60 arresti sono stati eseguiti da carabinieri: sgominate due organizzazioni criminali: una dedita al furto di autovetture, l'altra al traffico di cocaina

Sono 68 gli arresti eseguiti da carabinieri a cavallo di cinque province (tra cui quella di Agrigento) nel contesto di una operazione che ha sgominato due organizzazioni criminali: una dedita al furto di autovetture, l'altra al traffico di cocaina.

Più di 400 militari dell'Arma hanno eseguito un'ordinanza cautelare emessa dal gip, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia etnea, nei confronti di soggetti accusati, a vario titolo,  di “associazione di stampo mafioso”, “associazione a delinquere finalizzata al furto” di autovetture oggetto di successiva “estorsione con il metodo del cavallo di ritorno”, “ricettazione”, “associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti” con l’aggravante mafiosa, “acquisto e detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio” e “detenzione illegale di armi e munizioni”. 

L’indagine, denominata “Carback”, è stata condotta dalla compagnia dei carabinieri di Catania Fontanarossa con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Catania. 

La "banda" che si occupava dei furti d'auto era poi dedita alla tecnica del "cavallo di ritorno": i ladri erano capaci di rubare un automezzo in strada in appena 20 secondi. Poi venivano contattati i proprietari a cui venivano chiesti tra i 500 e i 1.500 euro per la restituzione del mezzo. Le investigazioni hanno documentato come, meticolosamente organizzati in 3 “batterie”, ciascuna con una competenza territoriale ben precisa, gli indagati avessero affinato le tecniche criminali in modo tale, appunto, da riuscire a rubare un’autovettura parcheggiata su pubblica via in meno di un minuto. Altri indagati svolgevano invece il ruolo di mediatore con i proprietari dei mezzi rubati, per concordare la restituzione del mezzo dietro versamento del “riscatto”.

Le 2 associazioni criminali avevano epicentro nel quartiere catanese San Giorgio. Tra gli arrestati figurano appartenenti ai clan mafiosi “Cappello” e “Cursoti Milanesi”.

Ben 113 i capi di imputazione che vengono contestati agli indagati tra i quali figurano, in aggiunta alle 68 persone raggiunte dai provvedimenti restrittivi, anche ulteriori 20 soggetti “a piede libero”.

Nel filone di indagine relativo agli stupefacenti, invece, è stato accertato un ingente traffico di cocaina sia all’ingrosso che al “dettaglio, con partite di droga, acquistate al prezzo di 42.000 euro al chilo, che rifornivano fiorenti piazze di spaccio nei quartieri catanesi di Librino e San Giorgio, ma anche a Nicolosi, Siracusa, Trapani e Palermo.

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