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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Operaio morto dopo caduta dal ponteggio, chiesto rinvio a giudizio per imprenditore

Antonio Vitello, 55 anni, stava lavorando in un cantiere di viale Cannatello. Il titolare dell'impresa - Giuseppe Schembri, 63 anni - non avrebbe rispettato le misure di sicurezza

Morto dopo una caduta da diciotto metri perché i pennelli in legno della piattaforma sulla quale stava lavorando per ripristinare i cornicioni si ruppero a causa di uno spessore inadeguato. A distanza di quasi due anni dalla tragedia sul lavoro, avvenuta il 29 gennaio del 2016, in un cantiere di viale Cannatello, che costò la vita all'operaio favarese Antonio Vitello, 55 anni, la Procura chiede il rinvio a giudizio per l’imprenditore Giuseppe Schembri, 63 anni, anche lui di Favara, titolare dell’impresa S.C.M. alle cui dipendenze lavorava la vittima.

La richiesta è stata firmata dal pubblico ministero Alessandra Russo che contesta l’omicidio colposo perché avrebbe provocato, “o comunque concorso a provocare”, la morte dell’operaio. Schembri che ha nominato come difensore l’avvocato Salvatore Pennica, era stato incaricato dai proprietari di uno stabile di viale Cannatello di eseguire dei lavori di ripristino dei balconi e dei cornicioni. Nel mirino del magistrato della Procura, in particolare, la cosiddetta piattaforma, vale a dire il ponteggio che è stato usato dall'operaio per salire all'altezza dei cornicioni.

Secondo il pubblico ministero non avrebbe avuto i requisiti di sicurezza. Innanzitutto il piano di calpestio, la cui rottura avrebbe provocato la caduta e la morte dell’operaio, non avrebbe avuto lo spessore necessario. La stessa piattaforma, peraltro, sarebbe stata inadeguata per vari profili.

Sul posto, subito dopo l’incidente, avvenuto attorno alle 11 del mattino, sono intervenuti polizia, carabinieri, Asp e ispettorato del lavoro per sequestrare il cantiere e i mezzi utilizzati dalla ditta. Vitello è morto poco dopo l’impatto col suolo. L’ispettorato del lavoro e la polizia scientifica hanno redatto delle relazioni con cui evidenziavano le numerose, presunte, violazioni delle normative in materia di sicurezza. L’udienza preliminare, inizialmente fissata per ieri ma saltata per un difetto nelle notifiche, è stata rinviata al 6 febbraio. A decidere se disporre il rinvio a giudizio sarà il gup Stefano Zammuto. 

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