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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Nell'aula Livatino, il "no" alla violenza sulle donne: presente il questore Auriemma

Alla giornata si è fatto riferimento anche sul protocollo "Eva"

Nell’ambito delle iniziative connesse con la “Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne”, nell'aula “Rosario Livatino” del tribunale di Agrigento, presente una nutrita rappresentanza di funzionari e personale della polizia di Stato, il questore Maurizio Auriemma è intervenuto al convegno organizzato dal centro antiviolenza Telefono aiuto presieduto da Antonella Gallo Carrabba. Nel corso dell’intervento il questore ha sottolineato l’azione intrapresa dal dipartimento della pubblica sicurezza - direzione centrale anticrimine della polizia di Stato con il progetto contro la violenza di genere  “Questo non è amore”.

Il progetto, oltre ad avere valenza di campagna informativa, mira a raggiungere lo scopo precipuo di favorire l’emersione del fenomeno, agevolando e favorendo un contatto diretto con le potenziali vittime, offrendo loro un supporto di un’equipe multidisciplinare, composta da operatori specializzati.

 Il questore ha fatto riferimento al protocollo “Eva” acronimo di "Esame Violenze Agite" avviato nel marzo dello scorso anno dal dipartimento della pubblica sicurezza: il protocollo ha codificato le linee guida per la gestione degli interventi legati alla violenza di genere che prevedono la catalogazione negli archivi di polizia degli interventi a seguito di segnalazione di violenza di genere. Da questo archivio, si possono trarre informazioni essenziali quando si invia la volante sul posto: informazioni su chi ha richiesto l’intervento, sull’eventuale presenza di armi censite all’interno dell’abitazione, su eventuali precedenti di polizia a carico delle persone coinvolte, tutte utili per tutelare al meglio sia la vittima che gli operatori. La seconda fase, molto delicata, riguarda l'approccio. I poliziotti, adeguatamente formati, intervengono con delicatezza, ascoltano le parti in luoghi separati dell’abitazione, verificare l’eventuale presenza di minori e capire se questi hanno assistito all’evento. In caso di lesioni, ovviamente, si richiede l’intervento di personale sanitario. Vengono “schedati” tutti i casi, anche quelli che non sfociano in una denuncia.

Una delle finalità del progetto Eva infatti, è quella di lasciare traccia, per costruire una memoria storica che serva a monitorare il  fenomeno e ad agevolare la scelta di una valida strategia di contrasto che può anche prevedere l’adozione di  provvedimenti restrittivi nei confronti del reo (arresto obbligatorio in flagranza o, eventualmente, adozione in via di urgenza di altra misura cautelare per i reati di maltrattamenti contro familiari e conviventi).  Ad Agrigento nell’anno in corso sono stati 11 gli interventi per lite in famiglia con conseguente inserimento nella chek list del progetto Eva, 9 i casi di maltrattamenti e atti persecutori inviati dalla questura al Centro antiviolenza di Agrigento, mentre sono 24 i provvedimenti di ammonimento emessi dal Questore di Agrigento

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