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Cronaca

Morte di Vincenzo Rigoli, i genitori: "Nostro figlio vittima dell'incuria dei medici"

Seconda udienza del processo che vede imputati i sanitari dell'ospedale San Giovanni di Dio, Sergio Sutera Sardo e Salvatore Napolitano

Si è celebrata oggi la seconda udienza del procedimento penale che vede imputati i medici dell'ospedale San Giovanni di Dio, Sergio Sutera Sardo e Salvatore Napolitano, "per il reato di omicidio colposo nei confronti di Vincenzo Rigoli", il giovane di soli 19 anni deceduto per shock emorragico nella sala operatoria del nosocomio agrigentino nella notte tra il 16 ed il 17 dicembre 2012. Titolare dell’udienza è il giudice monocratico Maria Grazia Tedde che quest’oggi ha ascoltato il consulente tecnico d’ufficio, dottore Rinella, in assenza del medico Ragazzi. Proprio Rinella, ha affermato che la superiore relazione è stata redatta dalle perizie a firma del medico Gianfranco Pullara, primo consulente d’ufficio, oggi deceduto. Alle relazioni anche la forma dei consulenti tecnici di parte Paolo Procaccianti e Nello Grassi dell'Università di Palermo, unica documentazione trasmessa dal P.M. al fine dell'espletamento dell'incarico affidatogli e che, non avendo entrambi partecipato all'esame autoptico, null'altro avrebbero di fatto potuto asserire in merito all'evento, In aula, il Pm ed i legali delle parti, hanno anche fatto sapere che l’esecuzione di una tac sarebbe stata di prioritaria importanza, ai fini delle indagini, ma che la tac dell’ospedale di Agrigento in quei giorni era guasta.

"Abbiamo con forza sovrumana – dicono Giuseppe Rigoli e Michela Frasca, genitori di Vincenzo - assistiti dagli avvocati Calogero Vella del foro di Palermo e Salvatore Panvini del foro di Catania, superato ben due richieste di archiviazione da parte del P.M.; ottenuto, giuste altrettante opposizioni, tanto l'imputazione coatta per il reato di omicidio colposo su disposizione del G.I.P. Alessandra Vella, quanto il rinvio a giudizio definitivo dei dottori Salvatore Napolitano e Sergio Sutera Sardo con dispositivo del Gup del Tribunale di Agrigento, Dott. Francesco Provenzano, in data 21 aprile 2016; abbiamo dimostrato con l'encomiabile ausilio delle consulenze mediche dei nostri periti, professori Paolo Procaccianti e Nello Grassi, dell'Università di Palermo, tutte le manchevolezze, le discrasie, gli atteggiamenti di negligenza ed imperizia - riscontrate anche dai CTU - che determinarono la morte di nostro figlio, il quale, dati scientifici alla mano, se opportunamente trattato avrebbe avuto ben oltre il 70percento di chance di vita - "E' straziante ritrovarsi alle udienze con il dolore che portiamo dentro e con il quale non ci si può rassegnare a continuare a vivere, ma vedere finalmente concretizzarsi, a quasi cinque anni dall'accadimento, l'avvio di una fase dibattimentale che possa condurci all'uso della parola 'fine' all'agognata ricerca della verità su quanto accaduto a Vincenzo, ci impone di ritenere che le nostre ragioni avevano radici giuridico-legali ben solide. Nostro figlio non è morto a causa di un incidente stradale: lo abbiamo dimostrato con le perizie medico-legali dei nostri consulenti e con la stesura delle memorie dei nostri legali. Auspichiamo, confermando ancora una volta la nostra piena fiducia nella magistratura giudicante, che si possa dare risposta univoca alla richiesta di giustizia che esercitiamo nei confronti di nostro figlio, con utilizzo di tempistica breve, nella speranza che quanto accaduto a Vincenzo non abbia più a verificarsi". La prossima udienza è fissata per per lunedì 30 ottobre.

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