Il boss Falsone non poteva essere rinviato a giudizio? Il legale ai giudici: "Violate le norme sull'estradizione"
L'autorità giudiziaria italiana, secondo il legale, non ha chiesto correttamente la consegna del capomafia, ritenuto il numero 2 di Cosa Nostra in Sicilia fino al 2010
Il boss Giuseppe Falsone non poteva essere rinviato a giudizio perchè le autorità italiane non hanno chiesto l'estradizione alla Francia per questo processo. Lo ha sostenuto l'avvocato Barbara Garascia, difensore dell'ex numero 2 di Cosa nostra siciliana, chiedendo l'annullamento del processo scaturito dall'operazione Xydi.
Falsone, in questo procedimento, è accusato di associazione mafiosa: in particolare, secondo l'ipotesi della Dda, avrebbe continuato a gestire le dinamiche interne a Cosa nostra facendo veicolare all'esterno messaggi e direttive attraverso l'avvocato Angela Porcello, compagna di Giancarlo Buggea, ritenuto da sempre un "luogotenente" di Falsone.
"Quando è stato catturato a Marsiglia - ha detto il legale - è stata concessa l'estradizione per alcuni procedimenti, lo stesso doveva essere fatto prima di chiedere il rinvio a giudizio nell'ambito di questo. Così sono state violate le procedure e il rinvio a giudizio va annullato".
I giudici della seconda sezione penale, presieduta da Wilma Angela Mazzara, davanti a cui si celebra il troncone ordinario del processo a carico di Falsone e altri otto imputati, si sono riservati di decidere.