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Venerdì, 26 Aprile 2024
Operazione Kerkent

Condannato a 10 nell'inchiesta sul clan Massimino, no alla scarcerazione di Gibilaro

Secondo i giudici il rischio di recidiva è molto elevato anche alla luce dei numerosi precedenti specifici: la difesa annuncia che impugnerà la decisione al tribunale del riesame

"Il ruolo di primo piano nell'organizzazione a delinquere riconosciuto con la sentenza di primo grado e i numerosi precedenti anche specifici rendono necessaria la misura della custodia in carcere per evitare che possa reiterare le condotte": con queste motivazioni i giudici della quarta sezione penale della Corte di appello di Palermo, presieduta dal giudice Patrizia Ferro, hanno rigettato l’istanza di scarcerazione avanzata dall’avvocato Monica Malogioglio nei confronti di Eugenio Gibilaro, 55 anni, di Agrigento, condannato a 10 anni di recliusione nella maxi inchiesta Kerkent.

Gibilaro, in particolare, avrebbe avuto un ruolo nel traffico di cocaina che il boss aveva messo in piedi parallelamente alla riorganizzazione della famiglia mafiosa.

La difesa aveva chiesto alla Corte di appello la sostituzione della custodia in carcere con quella degli arresti domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico. I giudici, però, non hanno accolto l’istanza ritenendo che il carcere sia “la misura necessaria a far fronte al rischio di recidivanza".

La richiesta, secondo quanto fa sapere la difesa, approderà al tribunale del riesame. 

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