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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Il migliore infermiere a Como nei giorni della pandemia è agrigentino, Cristian: "Ho visto morire tanta gente"

Vive e lavora al Nord. Ha lasciato la sua città del cuore da più di dieci anni

Sei un attore, imprenditore, uno studente, o anche un "cervello" in fuga?  Abbiamo deciso di dare voce agli agrigentini fuori sede. Le loro esperienze, i loro racconti e le loro storie possono essere da esempio per chi ha voglia di tornare o anche di restare. Dedicheremo uno spazio settimanale, un focus che serva a raccontare le vite ormai lontane dall’ombra della Valle dei Templi. Un microfono aperto a tutti, una volta a settimana. Se un agrigentino fuori sede? Raccontati ad AgrigentoNotizie.

Si chiama  Cristian Zambuto è un agrigentino e di mestiere fa l’infermiere. Lui, insieme ad altri colleghi, è un eroe buono nei giorni della Pandemia. Cristian vive a lavora a Como ed è un infermiere del Sant’Anna. Lontano dalla sua città, Agrigento, ma con la preoccupazione dei nonni del cuore. Cristian è stato premiato come uno dei "migliori infermieri di Como e provincia" nei giorni della Pandemia. 

Ciao Cristian, raccontaci la tua storia…

“Sono un infermiere di professione e nei giorni della Coronavirus è come se la gente si fosse ricordata di noi. Ci chiamano eroi? Facciamo questo lavoro da sempre. Non abbiamo neppure la presunzione d’esserlo e neanche l’arroganza d’essere definiti così. Noi abbiamo sempre lavorato, ci siamo sempre stati. Anche nei periodi più bui. Ecco il Covid è uno dei periodi più difficili di sempre”.

Ripercorrendo quei giorni. C’è un attimo, una persona, che mai dimenticherai?

“Il Covid è un virus infimo. E’ brutto quando le persone muoiono da sole. Quando un paziente è infetto nessuno può entrare. Mi spezza il cuore al sol pensiero, che poi è realtà, che tanti figli non hanno neppure potuto dire addio ai propri genitori. Quando hai dei pazienti Covid, nessun parente può entrare. I miei colleghi a volte hanno provato a fare delle video chiamate. Questi ricordi fanno male. Il paziente Covid è lucido, fino all’ultimo. Capisce quando sta per morire. Ed è una cosa che sia a me, che ai miei colleghi, ha segnato molto”.

Come hai vissuto i giorni in ‘trincea’?

“Li ricordo tutti. Come sempre. Il Covid è una malattia che può colpire tutti. Puoi essere anche la persona più ricca del mondo, poco cambia. Questi giorni mi hanno fatto conoscere la vulnerabilità delle persone. Mi ha fatto capire tanto.  Mi ha spiegato, senza riserva, che il bene più prezioso è la salute”.

Come ha vissuto la tua famiglia questa situazione?

“I miei genitori sapevano tutto. I miei nonni erano molto preoccupati, mi chiamavano sempre e mi fanno - ogni giorno - mille raccomandazioni”.

Sogni di tornare a vivere ad Agrigento?

“A me la mia città manca. Ma ormai sono a Como da dieci anni. Ho qui la mia famiglia. Ovviamente come tutti ho nostalgia di casa. Amo il mio lavoro e sono felice così”.

E sul vaccino anti Covid, Cristian risponde così

“Spero si vaccini più gente possibile. E’ importante farlo. La gente deve capirlo”.

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