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Cronaca Favara

Spaccio di droga nel centro storico, ridotte condanne per i 5 imputati del processo "Fortino"

La Corte di appello accoglie in parte il ricorso dei difensori: 9 episodi di spaccio sono stati ritenuti di "lieve entità". Per sviare i controlli avrebbero "usato" i bambini

Nove episodi di spaccio sono stati ritenuti di "lieve entità": condanne ridotte per i cinque imputati del processo di appello scaturito dall'operazione antidroga "Fortino". I difensori (gli avvocati Salvatore Cusumano, Angelo Asaro, Chiara Proietto, Giovanni Castronovo e Salvatore Maurizio Buggea) avevano impugnato il verdetto, emesso il 22 aprile dell'anno scorso, dal gup di Agrigento, Alessandra Vella, che è stato adesso ampiamente riformato.

La pena più alta – 7 anni e 6 mesi di reclusione – era stata inflitta ad Emanuele Di Dio, 42 anni (10 anni era la richiesta del pm Paola Vetro); 6 anni per Salvatore Stagno, 47 anni (6 anni); 4 anni e 2 mesi per Abass Bukary, 26 anni (4 anni e 6 mesi); 3 anni per Rosario Crapa, 31 anni (3 anni e 4 mesi); 3 anni e 4 mesi, infine, per lo zio di quest’ultimo, Massimo Crapa, 46 anni (3 anni).

La Corte di appello di Palermo presieduta da Adriana Piras (consiglieri Mario Conte e Luisa Anna Cattina) ha ridotto la pena per Massimo Crapa (2 anni, 10 mesi e 20 giorni di reclusione), Di Dio e Stagno (2 anni e 10 mesi ciascuno), Bukary (1 anno, 9 mesi e 10 giorni) e Rosario Crapa (1 anno e 2 mesi).

Le condanne decise nei confronti degli imputati sono ridotte di un terzo per effetto del giudizio abbreviato. Gli inquirenti l’hanno chiamata “Operazione Fortino” perché i pusher del centro storico di Favara, per sviare le forze dell’ordine, avrebbero utilizzato persino un jammer per disturbare le eventuali intercettazioni delle forze dell’ordine e, inoltre, per allontanare i sospetti ed evitare i controlli, si sarebbero serviti della presenza di bambini.

Due gruppi di presunti pusher si erano quasi impossessati - secondo quanto ha accertato il processo - del centro storico di Favara: delle viuzze alle spalle di piazza Cavour dove smerciavano, con tutta la prudenza del caso, eroina e hashish. L'operazione è scattata il 4 luglio del 2019. 

Rosario Crapa, Di Dio e Stagno sono agli arresti domiciliari, Bukary e Massimo Crapa erano ancora in carcere dal giorno del blitz. Per il solo Bukary, essendo la pena inferiore ai 2 anni, i giudici hanno disposto la cessazione dell'efficacia della misura cautelare. 

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