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Il colpo di scena / Canicattì

Violentata dall'ex con la scusa di provare a chiarirsi? Pace fatta durante il processo

Il dibattimento andrà avanti perchè le accuse sono perseguibili d'ufficio: la donna, dopo averlo denunciato, è andata a vivere con l'imputato

La denuncia per abusi sessuali, l'arresto, il rinvio a giudizio e, infine, la rappacificazione: insolito colpo di scena al processo, davanti ai giudici della seconda sezione presieduta da Wilma Angela Mazzara, a carico di un trentenne di Canicattì, rinviato a giudizio per le accuse di stalking e violenza sessuale.

La ragazza, che due anni fa ha denunciato il suo ex fidanzato facendolo finire agli arresti domiciliari, aveva confermato le accuse anche in aula. Lo aveva fatto nel corso dell'incidente probatorio, dove la sua testimonianza è stata, quindi, “cristallizzata” e sarà pienamente utilizzabile anche se la prossima udienza sarà ugualmente chiamata a deporre.

Il trentenne, il 28 agosto del 2019, è finito ai domiciliari. L'episodio più grave sarebbe accaduto nei primi giorni del mese. L'uomo, secondo quanto ipotizzato, avrebbe raggiunto la ragazza nei pressi del luogo di lavoro, a Canicattì, e avrebbe abusato di lei.

L'imputato (difeso dall'avvocato Calogero Meli) l'avrebbe attesa e poi, forse con una scusa o forse chiedendo una chiacchierata chiarificatrice, avrebbe convinto la sua ex, di qualche anno più giovane, a salire in macchina dove l'avrebbe violentata. Dopo le denunce, tuttavia, c'è stata la riconciliazione: la presunta vittima ha ritirato la costituzione di parte civile ed è tornata a vivere con l'imputato.

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