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Cronaca

Allerta meteo e chiusura scuole, Valenti: "E' sempre colpa dei sindaci, le autorità regionali decidano"

La Protezione civile invece ha sempre chiarito: la scelta è dei primi cittadini e non è collegata al colore dell'allerta

"Sindaco con sfera di cristallo cerca collegamento con entità soprannaturali per capire se chiudere o non chiudere le scuole dopo avere ricevuto il bollettino meteo con rischio Arancione".

A lanciare una provocazione, che però tanto provocazione non è, è il sindaco di Santa Margherita Belice, Francesco Valenti. Basta guardare alle polemiche furibonde di questi giorni in diversi comuni della provincia per capire che il tema è assolutamente sentito dalla popolazione e oggi si presta ad interpretazioni.

"Abbiamo visto in questi ultimi giorni - dice Valenti - come a parità di allerta meteo arancione, un giorno succede il finimondo e l’altro spunta il sole. Se non chiudi le scuole e accade il finimondo: sbagli e ti criticano. Se chiudi e spunta una giornata soleggiata, come questa mattina: sbagli e ti criticano. Responsabile unico di qualsiasi cosa accada è quel signore poco accorto che ha deciso di servire la propria comunità ricoprendo la carica di sindaco".

Da qui la proposta di Valenti: "Non vi sembra care altre autorità preposte che sia un vostro precipuo compito dare delle direttive esatte e puntuali su cosa fare e non fare? Atteso che si presume dovreste avere gli strumenti, i mezzi e le conoscenze adeguate per assumere decisioni ponderate e uniformi".

Così però non è, nel senso che la Protezione civile da anni chiarisce come non ci sia un collegamento diretto tra le allerte e le ordinanze di chiusura: non ci sono obblighi e tutto è a carico dei sindaci che però non è chiaro come dovrebbero comprendere appieno l'evolversi della situazione meteo.

In tal senso chiarissima è una nota nota del 2017 firmata dall'allora dirigente generale Calogero Foti.

“Non sussiste – diceva - il diretto rapporto tra l’emanazione dell’avviso di Protezione civile con allerta rossa la conseguente chiusura delle attività didattiche” perché non solo gli avvisi “hanno pur sempre un valore di previsione e non di certezza di accadimento”, ma soprattutto perché tutto va contestualizzato al territorio, alle condizioni delle infrastrutture eccetera. 

Questo spiega quindi perchè i sindaci agiscano in modo sparso, chiudendo alcuni le scuole, sospendendo altri le attività di dattiche, o mantenendo le scuole aperte e chiudendo ad esempio solo le ville e i giardini.

Tutto risolto? Certo. Almeno fin quando una mancata ordinanza non provocherà danni a persone o cose. In quel momento bisognerà capire chi doveva fare cosa.

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