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Venerdì, 26 Aprile 2024
L’incontro

Troppe aggressioni al personale sanitario, camici bianchi uniti per dire “basta” agli episodi di violenza

L’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri ha chiamato a raccolta le istituzioni territoriali. Il presidente Pitruzzella: “Dobbiamo fare rete per affrontare il problema”

L’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Omceo) di Agrigento scuote le coscienze e punta sulla collaborazione tra le forze del territorio per dire “basta” alla violenza sul personale sanitario. Troppi gli episodi, spesso anche tragici che si concludono con la morte dei camici bianchi. Come l’omicidio del cardiologo Alaimo avvenuto nei mesi scorsi a Favara e quello, recentissimo, di Barbara Capovani, la psichiatra in servizio all’ospedale Santa Chiara a Pisa.

I camici bianchi hanno fatto il punto della situazione discutendo sulle criticità con le quali, ogni giorno, si trovano a fare i conti. All’incontro, che si è svolto in concomitanza in tutte le sedi Omceo site sul territorio nazionale a seguito della barbara uccisione di Barbara Capovani, erano presenti, oltre al presidente Omceo di Agrigento, Santo Pitruzzella, anche Luigi Burruano, presidente della Commissione odontoiatri Omceo Agrigento; Leonardo Giordano e Alessandro Svettini, rispettivamente direttore del dipartimento di Salute mentale e direttore del modulo dipartimentale Ag1 dell’Asp di Agrigento.

“Il nostro obiettivo – afferma Santo Pitruzzella, presidente di Omceo Agrigento – è sensibilizzare tutti sul tema della violenza sui sanitari. Vogliamo subito soluzioni. Ora. Perché non è più possibile rinviare. L’omicidio del cardiologo Alaimo nei mesi scorsi e adesso della dottoressa Capovani, dimostrano come sia grave il problema. Medici che hanno il solo torto di essere fedeli ai valori espressi dal codice deontologico. Colleghi, che lavorano notte e giorno per la salute dei cittadini. Adesso, tutti insieme, dobbiamo fare rete. Mi riferisco alla prefettura, alla classe politica, alle forze di polizia, all’assessorato della Salute, all’Asp. Perché è assolutamente necessario individuare le opportune soluzioni. Credo che il punto di partenza siano la valorizzazione della persona, il rapporto medico paziente. Occorre intervenire sulle lungaggini burocratiche che tolgono ai medici tempo da dedicare alla comunicazione con il paziente e bisogna anche puntare sulla digitalizzazione sanitaria, sulla prevenzione affinché si possa dire basta alla violenza, verbale e fisica, che talvolta sfocia in omicidio. Come quelli cui abbiamo assistito”.

“Non possiamo restare indifferenti – commenta Luigi Burruano – e occorre che la parte sana della società sia solidale con i medici e il personale sanitario per alimentare la fiducia in un rapporto di cura. Per questo ritengo sia essenziale lanciare un messaggio ai cittadini, ai pazienti, alla comunità: c’è un patto terapeutico che vede il medico prendersi cura della salute del paziente. Il medico presta la sua vita professionale per dare la migliore qualità di vita e salute del paziente ed è assolutamente inspiegabile come si possa perdere l’autocontrollo arrivando perfino a compiere atti efferati. Segno di una società sofferente che vede nel libero arbitrio l’esercizio della violenza gratuita”.

La parola è poi passata ai medici psichiatri, chiamati in causa dagli ultimi due omicidi: il dottore Alaimo a Favara e la dottoressa Capovani a Pisa.  

“Grazie al presidente Pitruzzella – dichiara Leonardo Giordano - che con questa iniziativa ci ha dato la possibilità di attestare la nostra solidarietà alla memoria della collega brutalmente trucidata all’ospedale di Pisa. La Psichiatria sta vivendo un momento di grande difficoltà dovuta alla carenza di organico e a nuovi mandati ai quali è chiamata ad adempiere non solo in merito alla cura, ma anche con delega, talvolta, dell’autorità giudiziaria in merito all’applicazione di misure di sicurezza per pazienti con pericolosità sociale psichiatrica, ospitati in strutture o in libertà vigilata”.

“Nella nostra realtà – spiega Alessandro Svettini – è una grossa criticità lo stigma nei confronti della malattia mentale. Quando si parla di psichiatria le persone si vergognano e tendono a non riconoscere il problema. Ecco perché abbiamo il compito di promuovere l’immagine diversa della psichiatria e dei servizi psichiatrici. Rendere la psichiatria accessibile, affidabile, raggiungibile, questo è il nostro obiettivo. È anche importante che gli psichiatri siano consapevoli di come la Psichiatria sia una specialità medica e scientifica importante quanto le altre branche”.

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