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Sabato, 27 Aprile 2024
Lo studio

Così il "mal di pancia" può avere ripercussioni sul cervello

Le alterazioni del microbiota intestinale possano provocare obesità, diabete e patologie autoimmuni, ma anche essere associate a disturbi psichici e cognitivi

L'infiammazione dell'intestino può compromettere l'area del cervello coinvolta nei processi cognitivi. È il risultato della ricerca condotta presso il laboratorio Teb (Tecnologie biomediche) di Enea - l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile - che approfondisce, in particolare, gli effetti della colite cronica e acuta sulla formazione di nuovi neuroni nell'ippocampo (l'area del cervello che custodisce i ricordi a lungo termine).

Inoltre, lo studio - i cui risultati sono pubblicati sulla rivista "International Journal of Molecular Sciences" - rivela che l'infiammazione intestinale provoca un'alterazione chimica del metabolismo degli amminoacidi, dei lipidi e della vitamina B1, quest'ultima imprescindibile tanto per la vita delle cellule quanto per il normale funzionamento di cervello, nervi e cuore.

Alterazioni del microbiota intestinale

"La comunicazione tra l'intestino e il cervello è un tema di forte interesse. Più ricerche, infatti, evidenziano come le alterazioni del microbiota intestinale - l'insieme dei microrganismi presenti nel tubo digerente - possano provocare obesità, diabete e patologie autoimmuni, ma anche essere associate a disturbi psichici e cognitivi come ansia, depressione, attacchi di panico e malattie neurogenerative quali il Parkinson e l'Alzheimer" spiega Simonetta Pazzaglia, responsabile del laboratorio Enea di Tecnologie biomediche e coautrice dello studio.

I risultati ottenuti nel laboratorio Teb di Enea mostrano - in maniera chiara - che la colite si associa alla comparsa di neuroinfiammazione nonché di significative alterazioni nella produzione di nuovi neuroni da parte dell'ippocampo. Dunque, che l'infiammazione intestinale non rappresenta un fenomeno isolato, ma può condizionare la salute del metabolismo, alterando i metaboliti che possono avere un impatto sul cervello.

Comunicazione tra l'intestino e il cervello

L' ansia accompagna spesso chi soffre di malattie croniche intestinali. A questo proposito, un team di ricercatrici coordinato da Maria Rescigno, responsabile del laboratorio di immunologia delle mucose e microbiota di Humanitas, ha pubblicato sulla rivista "Science" i risultati di uno studio che apre nuovi scenari nella conoscenza del funzionamento di una delle barriere fra circolo sanguigno e cervello: il plesso coroideo (la struttura presente nel cervello dove viene prodotto il liquido che avvolge l'encefalo e il midollo spinale).

"A livello del plesso coroideo, abbiamo documentato il meccanismo che blocca l'ingresso nel cervello di segnali infiammatori originati nell'intestino e migrati verso altri organi grazie al flusso sanguigno", spiega Rescigno. Aggiungendo: "Si tratta di un fenomeno a cui è associato un isolamento del cervello dal resto dell'organismo che è responsabile di alterazioni comportamentali, tra cui l'insorgenza di sintomi ansiogeni".

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