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Sabato, 27 Aprile 2024

Trent’anni senza Guazzelli, il generale Luzi: “Oggi c’è un maggiore senso di legalità ma abbiamo ancora tanto da fare”

Alla commemorazione in cattedrale e poi davanti la stele dove avvenne l’omicidio del maresciallo dei carabinieri nel 1992 c’erano, tra gli altri, la moglie e la figlia, l’assessore regionale Gaetano Armao, il prefetto Maria Rita Cocciufa, il sindaco Franco Miccichè

Sono cominciate alla cattedrale di San Gerlando le commemorazioni per i 30 anni dalla morte del maresciallo aiutante dei carabinieri Giuliano Guazzelli, medaglia d’oro al valor civile alla memoria. Una cerimonia imponente dove non si contavano solo decine di uomini in divisa ma soprattutto tanti ragazzi perché - ed è stato un pensiero unanime - sono loro l’unica speranza e la vera risorsa per sconfiggere il fenomeno mafioso prima di tutto come problema culturale. E’ dai giovani che bisogna partire educandoli alla legalità e al rispetto per l’essere umano.

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Un cambiamento che è già in corso, come sottolineato dal generale dei carabinieri Teo Luzi: ”Guazzelli - ha detto dopo la deposizione della corona nel luogo dell’omicidio sulla strada statale tra Villaseta e Porto Empedocle - continua a vivere giorno dopo giorno. Siamo arrivati a 30 anni dal suo martirio. Non a caso voglio usare questa definizione perché lui era ben consapevole dei rischi che correva ed è andato incontro alla morte per l’amore che nutriva per questa terra. Lui rappresenta un esempio per i giovani in un’Italia e in una Sicilia dove oggi c’è sicuramente un maggior senso di legalità. I giovani sono consapevoli della gravità del fenomeno mafioso che mina il loro futuro. Ma c’è ancora tanto lavoro da fare“.

“La presenza del generale dei carabinieri Teo Luzi - ha dichiarato il prefetto Maria Rita Cocciufa - da l’idea di quanta attenzione ci sia nei confronti di questi nostri fratelli servitori dello Stato, il cui esempio rimane ancora oggi fortissimo in una terra tanto difficile. Siamo tutti qui per lo stesso scopo: il ricordo che non è solo tale ma è un monito alle attuali e nuove generazioni perché sappiano che, se oggi abbiamo conquistato delle cose positive, lo dobbiamo al sangue versato da persone come Guazzelli”.

I carabinieri ricordano il sacrificio di Guazzelli

“Il sacrificio delle vittime della mafia - ha aggiunto l’assessore regionale Gaetano Armao - è stato determinante per la liberazione della Sicilia dal potere mafioso. La battaglia è vinta ma non definitivamente. Ricordare uomini come Guazzelli serve anche a capire dove i nuovi tentacoli della mafia stanno andando, dove si insinuano e come vanno schiacciati. Questo orribile mostro, che ha succhiato il sangue a intere generazioni di siciliani, deve essere sconfitto attraverso i nostri giovani. Solo grazie ad esempi come Guazzelli i nostri ragazzi possono rappresentare davvero un futuro sano per la Sicilia e per il suo definitivo riscatto“.

L’arcivescovo Alessandro Damiano, durante l’omelia in cattedrale, ha ricordato anche le doti umane del maresciallo Guazzelli: “E’ stato sposo, padre, modello di cittadino da imitare e da proporre come esempio per tutta la comunità civile. Ha difeso la gente dalla mafia, dalla prevaricazione dal male assicurando i delinquenti alla giustizia. Dobbiamo ricordarci di essere custodi gli uni degli altri, conservando sempre l’umano che è in noi”.

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Il sindaco di Agrigento Franco Miccichè ha ricordato il paese di origine di Guazzelli: Gallicano della Garfagnana in provincia di Lucca. “Voglio salutare questa piccola cittadina - ha detto - che ha dato i natali a quest’uomo straordinario. Mi sono sentito giorni fa con il sindaco di Gallicano. Anche la sua comunità, oggi, sta ricordando questo giorno importante. Sono fiero e lusingato di essere agrigentino e di avere ospitato una persona come Giuliano Guazzelli”.

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