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Sabato, 27 Aprile 2024

Concetta Rizzo

Responsabile di Redazione

Lampedusa: quei migranti che non si vedono se non si cercano, neanche quando per i soccorritori è l'inferno

Gli esodi dalla Tunisia e dalla Libia non intaccano né l'esperienza di chi è alla ricerca di tranquillità, spiagge e mare buono, né chi, la sera e la notte, vuole vivere i locali dedicati alla ristorazione o alla movida

Non è la Siria, né l'Eritrea o il Sudan. E non c'è alcuna guerra civile in corso a Lampedusa. I migranti non si incontrano in mezzo alla strada, né creano fastidi o scompigli. Può capitare di incrociare i pullman, stracarichi di nordafricani, che fanno la spola fra molo Favarolo e l'hotspot di contrada Imbriacola o, se si sceglie di viaggiare con il traghetto di linea, di vederli in gruppo in attesa di essere imbarcati. Ma sono, molto spesso, stanchi, se non stremati e sono, in via precauzionale, circondati da cordoni delle forze dell'ordine. 

Lampedusa, geograficamente porta d'Europa, resta il punto privilegiato verso cui fare rotta, tanto dalla Tunisia che dalla Libia, ma non è - neanche quando i giornalisti utilizzano termini forti come "inferno", "invasione", "collasso" - un'isola dove, a meno che non si scelga di piazzarsi nei pressi di molo Favarolo e aspettare gli sbarchi, ci si ritrova fianco a fianco con i migranti. 

Certi giorni è veramente l'inferno. Ma non per i turisti, né per gli isolani o i visitatori di passaggio, ma per i soccorritori che tanto nelle acque antistanti all'isola quanto in zona Sar italiana, non fanno altro che agganciare e soccorrere barchini e trasbordare gruppi di disperati.

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Inferno, ossia caos e stress, anche per i volontari che attendono, per rifocillarli, i gruppi, con donne e bambini, a molo Favarolo. E forse non esistono, se non "inferno" ed "invasione", termini che, con il dono della sintesi, riescano a far comprendere, a colpo d'occhio, che Guardia costiera, Guardia di finanza, Marina militare, volontari e Croce Rossa italiana (che dal primo giugno si occupa della gestione dell'hotspot) sono alle prese con decine e decine di soccorsi e sbarchi con centinaia, se non migliaia di profughi. 

Gli esodi dalla Tunisia e dalla Libia non intaccano però né l'esperienza di chi è alla ricerca di tranquillità, spiagge e mare buono, né chi, la sera e la notte, vuole vivere i locali dedicati alla ristorazione o alla movida. Lampedusa è una realtà che va conosciuta, e anche a fondo, prima d'essere etichettata. Non è soltanto l'isola degli sbarchi o dell'hotspot sovraffollato. 

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I migranti arrivano. E non soltanto in estate, quando gli isolani cercano di puntare tutto sul turismo.

Negli ultimissimi mesi, inoltre, a differenza del passato, il ministero dell'Interno e la polizia stanno compiendo veri e propri "miracoli": gli extracomunitari vengono trasferiti da Lampedusa sulla terraferma entro 36 ore al massimo. E lo si fa anche, evitando di ingolfare la struttura di primissima accoglienza, scegliendo di non pre-identificare gli sbarcati, rinviando l'iter a quando giungeranno a Porto Empedocle, Pozzallo, Augusta, Reggio Calabria o ovunque vengono trasferiti.  

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