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Lunedì, 29 Aprile 2024
Unioncamere Sicilia

Cresce l'export: Agrigento con un +35,76% è dietro soltanto a Caltanissetta ed Enna

Secondo l'elaborazione dell'Osservatorio economico, il totale regionale viene falsato e registra una perdita del 16,72%, scendendo da 12,4 a 10,3 miliardi, ma questo solo a causa del crollo dei prodotti petroliferi raffinati

E' aumentato anche per l'Agrigentino l'export della manifattura locale. E il dato - +35,76% -  è più che buono, anche rispetto ad altre province, siciliane: Siracusa -26,91%; Messina -10,69%; Ragusa -15,53%; Catania +9,56%; Trapani +24,96%; Palermo +12,67%. Soltanto Caltanissetta +63,90% ed Enna, +93,85% hanno fatto risultati migliori. 

Per la prima volta da quando esistono le statistiche di settore, le vendite all'estero della manifattura siciliana - in generale - superano il 50% del valore dell'export dei prodotti petroliferi raffinati, che da sempre rappresentano la preponderante voce della bilancia commerciale dell'isola. In una congiuntura internazionale negativa, nel terzo trimestre di quest'anno, rispetto allo stesso periodo del 2022, l'export della Sicilia è cresciuto in tutti i settori, tranne, appunto, i prodotti petroliferi raffinati e i chimici. Secondo l'elaborazione dell'Osservatorio economico di Unioncamere Sicilia, il totale dell'export regionale viene falsato e registra una perdita del 16,72%, scendendo da 12,4 a 10,3 miliardi, ma questo solo a causa del crollo dei prodotti petroliferi raffinati (-23,25%, pari a -1 miliardo e 933 milioni) e dei prodotti chimici (-33,96%, pari a -302 milioni). Invece, analizzando il resto dei settori, il saldo fra terzo trimestre 2022 e terzo trimestre di quest'anno è positivo per 157 milioni (+4,75%), crescendo da 3 miliardi 230 milioni a 3 miliardi e 387 milioni. Fra i settori a maggiore dinamismo, la Sicilia ha fortemente contribuito alla copertura del fabbisogno energetico nazionale con un boom di petrolio greggio e gas naturale (+15.390,56%) e di carbone (+223%). Fra gli altri principali incrementi, si osservano gli apparecchi elettrici (+76%), i macchinari (+26%), le provviste di bordo (+46,95%), i prodotti del trattamento rifiuti (+72,90%), i minerali metalliferi (+143,80%), i prodotti della silvicoltura (+101%), i prodotti delle attività artistiche e di intrattenimento (+25,64%), i prodotti delle altre attività di servizi (+100%).

"L'analisi dei dati - commenta Pino Pace, presidente di Unioncamere Sicilia -  conferma che l'economia siciliana ha decisamente imboccato la strada della transizione ecologica e digitale e che è possibile costruire un modello di sviluppo alternativo al petrolio e basato sulla decarbonizzazione, investendo sul turismo tutto l'anno, sulla produzione agroalimentare, sulla mobilità green e sulle fonti alternative, sulle nuove tecnologie a servizio di una manifattura sempre più attrattiva". 

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