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Guerra in Ucraina, il racconto della favarese d'adozione Giustina: "Bambini sotto choc che neanche parlano più”

Centinaia di volontari offrono assistenza ai profughi, fra loro c'è anche Giustina: "Ho visto un neonato che per quattro giorni ha dormito in stazione sulle ginocchia della mamma, non è ammissibile”

“I bambini sono terrorizzati, non parlano più e se sentono dei rumori hanno paura e piangono”, questa è la testimonianza di Elena, una giovane mamma di Kiev che AgrigentoNotizie ha incontrato in un albergo di Okuninka, cittadina polacca che dista circa 20 chilometri dal confine ucraino. Elena insieme al figlio e all'anziana madre è riuscita a scappare dalla capitale e a trovare rifugio nell'albergo che dal 24 febbraio scorso, offre gratuitamente le stanze a quanti riescono a varcare il confine.

Non è facile trovare riparo in questo angolo di Europa dove poche sono le strutture alberghiere che sorgono negli sparuti villaggi della vasta campagna polacca. Profughi che al loro arrivo, vengono aiutati dagli stessi abitanti che mettono anche a disposizione le abitazioni per offrire un pasto caldo e un letto. Fra i cittadini polacchi che si spendono nei soccorsi, abbiamo incontrato anche Giustina, imprenditrice polacca sposata con un agrigentino.

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“Ogni giorno – dice Giustina – li accogliamo nelle nostre case, noi siamo solo una fermata del loro lungo viaggio, li aiutiamo come meglio possiamo. Spesso – aggiunge l'imprenditrice – ci sentiamo impotenti perchè sono in tanti ma comunque cerchiamo di aiutare più gente possibile. Ho visto un neonato – conclude Giustina con gli occhi pieni di lacrime – che per quattro giorni ha dormito in stazione sulle ginocchia della mamma, non è ammissibile”.

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Nell'hotel che ha ospitato gratuitamente anche i nove membri della spedizione umanitaria “Favara for Ukraina” AgrigentoNotizie ha conosciuto Alessandro, un volontario polacco che, come Giustina, offre sostegno alle persone in fuga dalla guerra. “Essendo in confine - dice - abbiamo paura anche delle future mosse di Putin, da polacchi, così come per gli italiani e per tutti i cittadini di altre nazioni, tutti dovremmo fare di più per aiutare queste persone e per fare cessare questa guerra”. Poco distante da Okuninka c'è la città di Chelm dove l'autobus partito da Favara ha scaricato gli aiuti raccolti nel centro agrigentino e dove decine di volontari assistono giornalmente le donne e i bambini ucraini. Tonnellate di beni di prima necessità, capi di abbigliamento e farmaci, provenienti da diversi paesi europei, sono messi a disposizione dei profughi nel mercato comunale. 

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