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Sabato, 27 Aprile 2024
Corte di appello / Racalmuto

Fece affari con i boss del paese per fare crescere le sue imprese? Scontro di perizie prima della sentenza

Calogero Romano, 66 anni, in primo grado è stato condannato per concorso esterno in associazione mafiosa. La difesa sostiene che la ricostruzione contabile del volume di affari delle aziende sia del tutto diversa

Scontro fra perizie prima della sentenza di appello del processo a carico dell'imprenditore Calogero Romano, 66 anni, di Racalmuto, condannato in primo grado a 6 anni e 6 mesi per concorso esterno in associazione mafiosa.

La Corte, prima di ritirarsi in camera di consiglio, aveva ordinato nuovi accertamenti contabili. L'imprenditore, in particolare, è stato riconosciuto colpevole di avere stretto accordi con i boss del paese Maurizio Di Gati e Ignazio Gagliardo che, in cambio di soldi e svariati favori, avrebbero protetto e garantito le sue imprese. Un accordo che l'imputato e i difensori, gli avvocati Salvatore Pennica e Roberto Mangano, hanno sempre negato sostenendo, anzi, che Romano fosse stato una vittima della mafia.

L'intero processo di appello si è concentrato sulla ricostruzione del patrimonio di Romano. In precedenza il sostituto procuratore generale di Palermo, Rita Fulantelli, aveva chiesto la conferma del verdetto ritenendo che gli accertamenti patrimoniali disposti nel processo di appello avessero confermato la responsabilità dell'imputato.

I giudici di appello, nel corso del procedimento, hanno incaricato il commercialista Alessandro Polizzotto di esaminare “l’intera posizione bancaria diretta e indiretta, debitoria e creditoria nonché le dichiarazioni dei redditi, i bilanci, le scritture contabili e lo sviluppo imprenditoriale, fino al marzo del 2016, delle società a lui riconducibili”. L'esame degli atti si è rivelato particolarmente complesso tanto da richiedere una proroga di diversi mesi per depositare la relazione.

Gli stessi difensori, infine, hanno insistito per ulteriori accertamenti patrimoniali che hanno allungato i tempi. Il verdetto, adesso, è atteso per il 13 ottobre. 

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