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Sabato, 27 Aprile 2024

L'inchiesta "Montagna", chi non accettava la "messa a posto" subiva l'incendio dei mezzi

“Pizzo” sui lavori pubblici, “messa a posto” pretesa perfino da cooperative e associazioni che si occupano dell’accoglienza dei migranti richiedenti asilo politico. Perché i soldi servivano – secondo quanto è stato portato alla luce dall’inchiesta antimafia “Montagna – per il sostentamento dei detenuti e delle loro famiglie e per finanziare l’illecita attività di Cosa Nostra. 

"Il clan imponeva il pizzo alle cooperative che gestiscono i migranti"
 

Secondo quanto ha fatto emergere l'inchiesta antimafia "Montagna", chi non voleva pagare subiva intimidazioni. Il 15 settembre del 2014, le intercettazioni avrebbero captato la voce degli incendiari mentre individuavano un escavatore che poi, appunto, è stato incendiato. Ma c'era, naturalmente, anche chi si "piegava" e sborsava quanto richiesto.

L'intercettazione: "Vogliono fatto lo sconto ... ci deve essere la molla... stringi e allarghi ..."

Nel corso delle numerose perquisizioni svolte nell’abito dell’operazione “Montagna” - è stato ricostruito dal comando provinciale dei carabinieri di Agrigento - i militari hanno sequestrato ad alcuni appartenenti al sodalizio oltre 500.000 euro in contanti, ritenuti provento delle illecite attività. 

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