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Sabato, 27 Aprile 2024
Il verdetto

"Si fecero consegnare denaro e cellulari dai migranti promettendo il traino fino a Lampedusa", anche per la Cassazione fu pirateria

Secondo la terza sezione della Suprema Corte, il fermo del comandante del motopesca tunisino e dei 3 componenti dell'equipaggio fu legittimamente eseguito

Anche la terza sezione della Cassazione ha dato ragione alla Procura di Agrigento. Il fermo del comandante del motopesca tunisino e dei 3 componenti dell'equipaggio che, in acque internazionali, rubarono il motore del barchino con a bordo 40 migranti e si fecero consegnare, in cambio della promessa di traino del natante fino a Lampedusa, i cellulari e i soldi che i profughi avevano in tasca, andava convalidato per pirateria. Il fermo, della Squadra Mobile, Guardia di finanza e Capitaneria di porto, quindi è stato legittimamente eseguito. 

"Si fecero consegnare soldi e cellulari dai migranti promettendo il traino", il Riesame: fu pirateria

La Suprema Corte di Cassazione ha, di fatto, confermato il pronunciamento, dello scorso fine settembre, del tribunale del Riesame di Palermo al quale l'aggiunto Salvatore Vella e il pm Gaspare Bentivegna avevano fatto ricorso.

Anche la consegna del denaro e dei cellulari in cambio del traino del barchino, per fare avvicinare i migranti a Lampedusa, è stata un'attività di pirateria e non di estorsione per come l'aveva qualificata il gip del tribunale di Agrigento.

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Il caso è quello, di fine luglio scorso, del fermo (fatto da Squadra Mobile, Guardia di finanza e Guardia costiera) del comandante di un motopesca tunisino e dei 3 componenti dell'equipaggio che, in acque internazionali, rubarono il motore del barchino e si fecero consegnare i cellulari e i soldi che i profughi avevano in tasca.

Il gip di Agrigento, Iacopo Mazzullo, allora riconobbe l'attività di pirateria nella sottrazione del motore, fatto con violenza e minacciando con coltelli i migranti. La consegna di cellulari e denaro avvennero come una sorta di contrattazione e per questo la rapina di soldi e cellulari furono qualificati come estorsione aggravata, reato su cui, essendo avvenuto in acque internazionali, la Procura non ha alcuna giurisdizione. Per il Riesame, e adesso anche per la Cassazione, "gli atti di depredazione rientrano nell'articolo 1135 del codice della navigazione".

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La Procura di Agrigento, con l'aggiunto Salvatore Vella, già lo scorso luglio, aveva annunciato una interlocuzione con il tribunale del Riesame e con la Cassazione, "per parametrare meglio e creare giurisprudenza in Italia, stabilendo cosa è pirateria e cosa non lo è - aveva detto - . Fermo restando che si tratta di condotte sempre delittuose".

In Italia, c'è un'unica sentenza su un episodio di pirateria che è avvenuto al largo della Somalia diverso tempo fa.

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