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Lunedì, 29 Aprile 2024
Operazione "Breaking Bet"

Videopoker e roulette, ma anche estorsioni per sostenere le famiglie mafiose: 6 arresti e 4 divieti di attività imprenditoriali

La direzione investigativa antimafia ha dato esecuzione a un'ordinanza emessa dal gip del tribunale di Palermo, su richiesta della Dda

Uno in carcere, cinque ai domiciliari e quattro divieti di esercizio della professione e dell'attività imprenditoriale. Sono 10 le misure cautelari personali - è stata l'operazione "Breaking Bet" - che sono state eseguite all'alba dalla direzione investigativa antimafia di Agrigento. Gli investigatori hanno dato esecuzione a un'ordinanza emessa dal gip del tribunale di Palermo, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia.

Le indagini sviluppate dalla sezione operativa della Dia di Agrigento hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti degli indagati a cui si contestano, a vario titolo, le ipotesi di concorso esterno in associazione mafiosa, esercizio abusivo di attività d'intermediazione nella raccolta di gioco, tramite l'installazione di apparecchiature di gioco in assenza di concessione dell'Agenzia dei Monopoli, nonché estorsione aggravata dall'agevolazione mafiosa e trasferimento fraudolento di valori.

Stando all'accusa, vi sarebbe stata una capillare distribuzione e installazione di postazioni per il gioco d'azzardo. E sarebbe stata fatta con la costituzione di società intestate a prestanomi schermandone, di fatto, la reale titolarità: tramite gli apparecchi collegati in rete a siti internet esteri, ai giocatori era consentito di partecipare a scommesse su eventi sportivi, nonché scegliere, oltre ai giochi di abilità a distanza, anche opzioni di gioco (tipo videopoker, roulette ecc…) caratterizzate dall'alea e dal fine di lucro. Dalle investigazioni sono emersi gravi indizi sui proventi dell'attività di "betting", destinati a contribuire al sostentamento economico delle famiglie mafiose di Licata e Campobello di Licata ma anche, in parte, trasferiti a esponenti di vertice della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara, consentendo a Cosa Nostra, oltre all'arricchimento economico, di acquisire, o comunque implementare, il controllo diretto e indiretto di lucrative attività economiche sul territorio.

Nel corso dell'attività di polizia giudiziaria sono state eseguite altresì perquisizioni domiciliari nei confronti degli indagati. 

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