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Sabato, 27 Aprile 2024
L'operazione antimafia / Villafranca Sicula

Le amministrative del 2022 di Villafranca Sicula, indagato "intenzionato a chiedere la prova fotografica"

Le indagini hanno permesso di evidenziare "il continuo attivismo nel procacciamento di voti" e "molteplici incontri con soggetti ritenuti in grado di influire sull'esito delle elezioni".  Non sono stati mai comunque trovati riscontri al fatto che uno dei candidati a sindaco abbia realmente avuto appoggi dalla cosca di Burgio

"Già puoi stare già al 100 per 100! ... con tutti gli amici che ho ... eee ... ci penso io!". Nessuna interpretazione alternativa, non secondo i magistrati della Dda di Palermo, in merito a queste parole che sarebbero state pronunciate da Giovanni Derelitto (misura cautelare degli arresti domiciliari), 74 anni, di Burgio. Secondo i pm, con queste parole, Derelitto avrebbe fatto "immediato ed espresso riferimento alla sua capacità di garantire (all'evidenza in ragione del suo carisma mafioso) una sicura elezione", è stato scritto dai pm della Direzione distrettuale antimafia. L'inchiesta dei carabinieri del nucleo Investigativo di Agrigento, coordinata dalla Dda di Palermo, che ieri ha permesso di eseguire le 7 misure cautelari disposte dal gip del tribunale di Palermo, ha permesso di ricostruire "le iniziative intraprese in occasione delle elezioni amministrative del Comune di Villafranca Sicula nel giugno 2022". 

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E sin dai primi mesi del 2022, i militari dell'Arma hanno acquisito - così sono state definite - "nitide acquisizioni investigative che palesavano i concreti effetti delle disposizioni impartite dal Derelitto al fine di procurare voti in favore" di uno dei due candidati sindaco. "Consapevole della natura delittuosa del proprio intervento teso ad alterare il normale corso del processo democratico delle consultazioni elettorali, Derelitto - scrivono i magistrati della Dda - si preoccupava di mantenere riservati i contatti". 

Intercettazioni, servizi di osservazione e acquisizione dei filmati degli impianti di videosorveglianza hanno composto i passaggi di un'inchiesta complessa che ha "coperto" il periodo tra aprile 2021 e luglio 2023. Un'indagine fatta sì in maniera tradizionale, ma con capacità tecnologiche perché sullo smartphone usato da Derelitto era attiva un'intercettazione telematica. Stando a quanto emerge dagli atti d'inchiesta, Antonino Perricone (misura cautelare in carcere) e Alberto Provenzano (misura cautelare in carcere) avrebbero pianificato le modalità attraverso le quali verificare il comportamento degli elettori. Perricone avrebbe affermato di "essere intenzionato" a chiedere "una prova fotografica".  

Le indagini hanno permesso di evidenziare "il continuo attivismo nel procacciamento di voti" da parte di alcuni indagati e "molteplici incontri con soggetti di Villafranca Sicula ritenuti in grado di influire sull'esito delle elezioni". 

Il gip, nelle sue valutazioni, ha chiarito il perché dell'interessamento per le elezioni amministrative di Villafranca Sicula da parte degli indagati residenti a Burgio. E lo ha fatto richiamando quando scritto dal pm della Dda che ha citato una dichiarazione del collaboratore di giustizia Maurizio Di Gati: Villafranca Sicula storicamente ricade sotto il controllo mafioso della famiglia di Burgio. 

A Villafranca Sicula, dopo un testa a testa di voti raccolti dai due candidati a sindaco, si andò al ballottaggio. Non sono stati mai comunque trovati riscontri al fatto che l'allora candidato a sindaco abbia realmente avuto appoggi dalla cosca di Burgio. 

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