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Amministratori sotto tiro, Sos lanciato già nel 2022 ma l'elenco ha continuato a infoltirsi

Secondo uno studio condotto da "Avviso pubblico", la provincia di Agrigento ha il 36% degli atti intimidatori che si sono registrati in tutta l'isola. Ecco i precedenti

Derisi, insultati e platealmente odiati sui social. Ma anche "bersaglio" di inquietanti messaggi intimidatori. Sindaci e amministratori locali sono sempre più esposti, alcuni addirittura sistematicamente nel mirino. 

In una provincia dove gli avvertimenti - a imprenditori, impiegati, giornalisti, artigiani, pensionati e perfino casalinghe - sono sempre più frequenti e spesso indecifrabili, anche gli amministratori ricevono proiettili, lettere di insulti e minacce, fazzoletti sporchi di sangue o subiscono danneggiamenti diversi. L'ultimo, in ordine di tempo, ieri sera con vittima il primo cittadino di Palma di Montechiaro: Stefano Castellino.

Atti intimidatori che finiscono sul tavolo della prefettura: viene convocato un comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica e, di norma, se viene rilevata una condizione di rischio, si decide per l'attivazione della vigilanza generica radio controllata, ossia una forma "dolce" di tutela rispetto alla scorta. 

Minacce agli amministratori: Agrigento è al secondo posto

La provincia di Agrigento - secondo uno studio condotto da "Avviso pubblico", è al secondo posto in Italia per numero di casi di atti intimidatori, minacce, atti di violenza in danno di sindaci, assessori, consiglieri comunali e dipendenti della pubblica amministrazione. La provincia di Agrigento, con i suoi 18 casi censiti nel 2022, rappresenta il 36 per cento degli atti intimidatori che si sono registrati in tutto il territorio siciliano.

modalità intimidazioni avviso pubblico

Sembra trattarsi di un fenomeno tendente a cronicizzarsi, nella indifferenza generale, quando non addirittura nella complice approvazione di taluni cittadini, indotti a ritenere responsabili i sindaci di tutti mali della loro comunità

I sindaci dell'Agrigentino

"Sos" lanciato già nel 2022

Nel novembre del 2022 furono proprio gli stessi amministratori locali, con in testa il sindaco di Naro: Maria Grazia Brandara, che scrissero al ministro dell'Interno chiedendo di "disinnescarne il potenziale conseguente pericolo”. Brandara si mosse allora dopo l'intimidazione di cui era stato vittima il sindaco di Canicattì, Vincenzo Corbo. “Le manifestiamo - scrivevano i sindaci dell'Agrigentino -  la nostra più viva preoccupazione per la frequenza che si fa sempre più assidua con la quale si è costretti a registrare vili attacchi che hanno come obiettivo i sindaci, ovvero donne e uomini dello Stato impegnati tra le 12 e 15 ore al giorno nel tentativo di sciogliere i complicati nodi che avviluppano un po' tutte le realtà del Paese e in modo particolare quelle del Sud”.

"Sembrerebbe trattarsi di un fenomeno tendente a cronicizzarsi, nella indifferenza generale, quando non addirittura nella complice approvazione di taluni cittadini, indotti a ritenere responsabili i sindaci di tutti mali della loro comunità, - proseguiva la lettera inviata al ministro - . Alla mancanza di risorse economiche fa il disastroso paio la mancanza di risorse umane derivante dal fatto che ultime massicce assunzioni nei Comuni dell'isola risalgono all'ormai lontanissimo 1989. Da allora l’organico si è sempre e solo via via sempre più assottigliato non a determinare vuoti in organico non colmabili". “Questa diffusa condizione, a nostro avviso - continuava la lettera - insieme all'inasprirsi della crisi economica e sociale che sta esasperando le nostre comunità, è alla base del malcontento sociale e che, nella parte malata dei cittadini, complice l'anonimato, sfocia in azioni di odio o di istigazione a esso attraverso i social, impone a parere di chi scrive un’attenta e urgente riflessione affinché si assumano le contromisure necessarie e idonee a evitare che questa minoranza malata della società civile possa prendere il sopravvento sulla maggioranza laboriosa e onesta ma non per questo insofferente delle stesse difficoltà”.

Il reato e le pene previste In caso di intimidazione si configura la fattispecie di minaccia aggravata dall'uso di modalità simbolica, ossia quando si estrinseca attraverso immagini, segni, oggetti o azioni che abbiano insiti in sé non solo la capacità di evocare ciò che si è inteso minacciare, ma anche un "surplus" intimidatorio derivante proprio dalla modalità utilizzata. La minaccia aggravata ha procedibilità d'ufficio e la pena fino ad un anno di reclusione

Un interminabile elenco

L'elenco degli amministratori intimiditi ha però continuato a infoltirsi. Ecco tutti i precedenti: 

13 gennaio - Tagliati 8 alberi di ulivo dell'assessore comunale di Burgio Calogero Piazza;

22 dicembre 2023 - Lettera di minacce e volgari insulti per il sindaco di Santa Elisabetta, Domenico Gueli, e la sua famiglia. La missiva è stata recapitata, con posta, al Municipio. Gueli, già nell'aprile del 2016 era stato "bersaglio" di un'analoga missiva. Ma all'epoca, la minaccia e il disegno di una pistola fumante vennero incisi su alcuni manifesti già incollati nella classica bacheca per le inserzioni pubblicitarie, in piazza San Carlo, a pochi metri di distanza dall’abitazione del primo cittadino. A marzo dell'anno prima, ossia nel 2015, cinque bossoli, avvolti in un fazzoletto, vennero rinvenuti davanti al Municipio di Santa Elisabetta, di cui era sindaco sempre Domenico Gueli. Altri due proiettili, poco dopo, vennero ritrovati davanti l'abitazione di un dirigente del Comune.

Ottobre 2023 - Due lettere ingiuriose e diffamatorie sono state recapitate, nel giro di pochi giorni, al sindaco di Montevago, deputato regionale e componente della commissione antimafia, Margherita La Rocca Ruvolo che già nel febbraio del 2022 aveva ricevuto, sempre al Municipio di Montevago, una busta con all’interno 2 proiettili, un santino della Madonna delle lacrime e una foto di papa Francesco con una bimba in braccio. 

Proiettili con foto di Madonna e Papa, intimidita deputato-sindaco

6 ottobre 2023 - Una lettera di insulti e minacce di morte e, dentro la busta, una cartuccia calibro 12 di quelle usate per la caccia sono stati recapitati al primo cittadino di Calamonaci, Pino Spinelli, già destinatario di una missiva nel luglio del 2022.

9 dicembre 2022 - Un sacchetto con un cane morto e in decomposizione è stato ritrovato davanti la casa di campagna del presidente del consiglio comunale, segretario nazionale del partito Italia dei valori, Ignazio Messina, ex sindaco di Sciacca ed ex deputato nazionale. 

9 novembre 2022 - Avvelenato il cane di un assessore comunale di Bivona: qualcuno ha disseminato un potente antiparassitario sul terreno della donna. 

5 novembre 2022 - Lettera di insulti e minacce di morte recapitata al Comune per il sindaco di Canicattì Vincenzo Corbo. La richiesta "Dimettiti!" era seguita dalle parole “bum, bum, bum”.

9 ottobre 2022 - Danneggiate 12 piante di ulivo del primo cittadino Francesco Matinella, di professione medico veterinario, e recise anche 15 piante collocate su un terreno attiguo che è di proprietà di un familiare dell’amministratore.

7 ottobre 2022 - Danneggiati 8 alberi di ulivo del sindaco di Aragona Giuseppe Pendolino, recentemente candidato all'Ars. 

26 agosto 2022 - "Digli a Giuseppe Zambito di farsi la scorta”: parole pronunciate al telefono da un interlocutore anonimo. A essere minacciato, il sindaco di Siculiana, nonché dirigente scolastico.

25 agosto 2022 - Distrutto, a colpi di pietra, il parabrezza dell'auto del vicesindaco di Bivona Salvatore Cutró.

21 luglio 2022 - Lettera con minacce a Pino Spinelli, sindaco di Calamonaci e infermiere all'ospedale di Ribera. Il plico (non affrancato) è stato ritrovato da un messo comunale all'ingresso del palazzo municipale.

27 maggio 2022 - Ruote dell'auto forate ad Attilio Lucia, responsabile della Lega di Lampedusa e candidato al consiglio comunale. 

30 aprile 2022 - Una lettera di offese e minacce, ma anche un fazzolettino inzuppato di sangue per il sindaco di Naro Maria Grazia Brandara. Il già deputato regionale ha ricevuto, nel corso degli anni, diversi messaggi, lettere, proiettili e perfino foto di una bara. Nel 2017, dopo un'intimidazione, le venne assegnata la tutela di una pattuglia della polizia. Era commissario straordinario del Comune di Licata. ''Rischiati a toccare le nostre case e sei morta, ti sgozziamo via, fai una sola cosa contro di noi e ti scanniamo'': questo l'inizio del messaggio intimidatorio, che si chiudeva con la foto di una bara vuota, arrivato al commissario Brandara, che era stata nominata dopo le dimissioni del sindaco antiabusivismo Angelo Cambiano, sfiduciato dal Consiglio. Nel luglio del 2016, invece, le venne recapitata - mentre era commissario straordinario dell'Irsap - negli uffici dell'Asi di Agrigento, una busta con minacce e offese e 2 proiettili di fucile. Fino a pochi giorni prima, Brandara aveva guidato il Consorzio  per la legalità e lo sviluppo che si occupa della gestione dei beni confiscati alla mafia. Nel novembre del 2013 quando Brandara ricevette un'altra lettera intimidatoria. 

22 febbraio 2022 - Una testa di cinghiale lasciata davanti al cancello della casa di campagna dell'assessore comunale di Licata Calogero Scrimali. 

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