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Lunedì, 29 Aprile 2024
L'inchiesta

L'arresto di Di Giovanni, pedinamenti e intercettazioni: "Le porcate con quello di Agrigento"

Stando a quanto è emerso dall'inchiesta della Dda di Palermo, sviluppata sul campo dai carabinieri della compagnia di Partinico, il funzionario - all'epoca dirigente del distretto sanitario - avrebbe avuto una forte ingerenza a Santa Elisabetta in merito all'appalto dello spazio giochi per bambini e per il potenziamento dell'asilo nido della città dei Templi 

Ad "incastrare" Gaetano Di Giovanni - facendogli arrivare un avviso di garanzia prima e una misura cautelare in carcere stamani - sono stati i servizi di osservazione e pedinamento effettuati dai carabinieri della compagnia di Partinico. Di Giovanni - che è stato dirigente del settore Servizi alla persona del Comune di Agrigento (fino a maggio 2022), responsabile della polizia locale e presidente di gara dell'Urega - avrebbe intascato, secondo l'accusa formalizzata a suo carico, una tangente di 7.500 euro in tre tranches: nelle date 30 agosto, 10 settembre e 11 ottobre 2021, da parte di Giuseppe Gaglio (61 anni di Partinico, finito in carcere), Massimiliano Terzo (43 anni di Palermo, anche lui in carcere) e Francesco Chiavello (62 anni di Partinico, agli arresti domiciliari). Soldi illecitamente intascati - prosegue l'accusa - allo scopo di agevolare la liquidazione di alcuni servizi resi, nell'ambito territoriale di competenza del pubblico ufficiale, dalla cooperativa rappresentata da Gaglio, nonché per "favorire l'affidamento di alcuni servizi socio-assistenziali alla coop". 

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Stando a quanto è emerso dall'inchiesta della Dda di Palermo, sviluppata sul campo dai carabinieri della compagnia di Partinico, Di Giovanni - all'epoca dirigente del distretto sanitario - avrebbe avuto una forte ingerenza a Santa Elisabetta in merito all'appalto dello spazio giochi per bambini - aggiudicato alla "Nido Argento" e ad Agrigento per il potenziamento dell'asilo nido. 

Intercettazioni e videosorveglianza 

Nelle intercettazioni, fatte dai carabinieri della compagnia di Partinico, si sarebbe parlato di incontri "per programmare" e sarebbe stato citato espressamente Di Giovanni. I militari dell'Arma hanno acquisito anche le immagini di videosorveglianza di un ristorante di Castellammare. Video durante il quale emerge - tanto risulta dall'ordinanza di custodia cautelare in carcere - che Di Giovanni parlando avrebbe sfregato il pollice con l'indice come a voler indicare il gesto di pagare o comunque di soldi. Il 30 agosto del 2021 vi sarebbe stato un incontro fra Massimiliano Terzo e Di Giovanni.

Terzo - stando a quanto emerge dall'inchiesta - parlando di "porcate con quello di Agrigento", avrebbe riferito a Gaglio d'essere stato portato nel bagno del posteggio "a controllare tutte cose ... erano tutte cose impacchettate e chiuse con un giornale". In un'altra intercettazione, Gaglio e Terzo avrebbero parlato di somme ancora da corrispondere. Il 10 settembre del 2021, a Mazara del Vallo, secondo quanto emerge dalle immagini della videosorveglianza acquisite dai militari dell'Arma, investigatori e inquirenti avrebbero appurato che Terzo avrebbe posato un plico nella macchina di Di Giovanni. Plico che secondo quanto ipotizzato, da carabinieri e Dda, verosimilmente conteneva denaro. 

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A metà giugno del 2021, in un'altra intercettazione, si sarebbe parlato poi di riagganciare, dopo un'interruzione, i rapporti con il pubblico ufficiale visto che c'erano ritardi nella liquidazione dei compensi.

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