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Elezioni Comunali 2012

Elezioni, Agrigento: campagna elettorale tra attacchi e big della politica

Sebbene molti ricordino il clima delle scorse elezioni del 2007 più vivo e acceso, diversi sono stati i momenti pungenti che hanno infervorato gli animi di molti, soprattutto in queste ultime settimane che di seguito proviamo a raccontare nelle fasi più salienti

 

Ed arriva così  il giorno del silenzio elettorale. Tappezzata dai manifesti e invasa dai santini dei candidati, come i coriandoli sul ciglio della strada dopo il Mandorlo in Fiore, Agrigento si avvicina al giorno dell'apertura delle urne. Una campagna elettorale spigolosa, quella appena vissuta dalla città. "Aspra e selvaggia" la immaginava il sindaco uscente Marco Zambuto al discorso di fine anno al teatro Pirandello. "Calda e entusiasmante" la definiva Giuseppe Arnone a inizio marzo. Eppure, sebbene molti ricordino il clima delle scorse elezioni del 2007 più vivo e acceso, diversi sono stati i momenti pungenti che hanno infervorato gli animi di molti, soprattutto in queste ultime settimane che di seguito proviamo a raccontare nelle fasi più salienti.


Si chiude la presentazione dei documenti per l'ufficializzazione dei candidati a sindaco e delle liste collegate. E' mercoledì 11 aprile 2012. E' il via ufficiale della campagna elettorale per i cinque candidati alla poltrona di sindaco (Giuseppe Arnone, Giampiero Carta, Mariella Lo Bello, Totò Pennica e Marco Zambuto) e per i 390 candidati al Consiglio comunale. Ha così inizio lo show.

Già la sera di quello stesso giorno Vittorio Messina, presidente della Camera di commercio di Agrigento e assessore designato di Zambuto, si dice sorpreso dalla nomina e declina l'invito. Un altro "pacco" arriva, invece, ad Arnone da Daniela Posante dopo poche ore dalla sua nomina: "Troppi impegni” si giustifica l’avvocato. I candidati sindaco scrutano le liste degli avversari. Arnone, delle sue scoperte in seno a certe liste, ne farà cavallo di battaglia nelle sue argomentazioni.

 

Inizia un susseguirsi di confronti pubblici tra gli sfidanti: il più partecipato e succoso è quello avvenuto all'oratorio della chiesa di San Gregorio. E' l'incontro più condito: programmi, battute, attacchi. Marco Zambuto, barricato in difesa, cerca di schivare i colpi che, a turno, tutti gli avversari gli riservano. Carta, il meno noto, inizia a farsi conoscere dalla gente. Lo Bello, l'unica donna della competizione, vuole per questo distinguersi, cercando di scrollarsi di dosso l'appellativo di "sindacalista". Pennica deve fare i conti con la coalizione con cui prima amoreggiava, quella del Pd, che ora lo snobba definendolo “classico candidato di centrodestra, nulla di speciale”, per dirla con Capodicasa. Per i cinque candidati i confronti pubblici continuano al Polo universitario, al bar di San Leone, al Consorzio turistico Valle dei templi, al Palazzo dei Filippini e nei salotti di tutte le tv locali, di cui si ricordano soprattutto i numerosi scontri tra Arnone e Pennica sulle più svariate tematiche giudiziarie. Battibecchi da "Grande fratello" elettorale. 

 

Questo è anche momento di fatica, rappresentato dal "comizio". Arnone non organizza incontri per le vie della città. "Sono il più noto di tutti" afferma optando per il bombardamento mediatico. Pennica investe in pubblicità: banner, spot e manifesti; va in tutti i quartieri e organizza festini e aperitivi di tutti i tipi. Carta, stanziato a Porta di ponte, propone inizialmente poco, ma si sbizzarrisce negli ultimi giorni tra ospiti speciali, fiaccolate dei candidati al Consiglio e comizi. Lo Bello sembra aver intrapreso una sfida con Pennica: la stessa sera se uno è da Pisciotto a San Leone, l'altro è al Mojo in via Atenea; uno a Villaseta, l'altro a Fontanelle. Ritmo incalzante anche per lei, insomma. Zambuto è il sindaco uscente: pochi i comizi, ma - dicono i competitors - in compenso può usare armi diverse, come asfaltare le strade.

Ma è tempo anche di grandi ospiti e di performances di alto livello. Pienone al Cine Astor: al cinema, dalla regia del Popolo delle libertà, danno “Angelino Alfano” e videoclip contro Zambuto. E non mancano gli effetti speciali: Enzo Fontana lascia tutti a bocca aperta con una gaffe che strappa i sorrisi: "Sosteniamo Totò Cuffaro" si lascia scappare in preda alla forte emozione. Ma dopo il film, non si ride più: nasce una dura polemica tra il sindaco e il segretario nazionale del Pdl. Visite speciali anche per Mariella Lo Bello: arrivano ad Agrigento tutti gli esponenti di Partito, come Bocchino, D'Antoni, Rutelli e Bersani. Carta fa una tre giorni a Porta di ponte con Di Pietro, Ferrero e Vendola. Zambuto e Arnone rinunciano rispettivamente a Casini e alla coppia Cracolici-Lumia. Sgarbi tiene un comizio per Pennica, regalando grossi momenti di imbarazzo ad Epolis e molto da parlare al Pd e all'Api. Per Pennica arriveranno anche Ronchi, Meloni e Lupi del Pdl e, in un momento a parte, Miccichè di Grande sud.
 

Dietro la piazza, però, dentro le sedi di partito, nelle viscere nascoste della politica, si combattono delle vere e proprie guerre, contese superficialmente a colpi di comunicati stampa e conferenze. Non corre buon sangue tra il Patto per il territorio e il Pdl. E' polemica accesissima tra Pdl e Mpa sul fatto di avere troppi candidati impegnati negli Enti sanitari. Oggetto di pesanti attacchi è anche la coalizione di Lo Bello, quella a sostegno del Governo regionale. Arnone, in un "uno contro tutti", combatte da paladino della giustizia solitario contro il Pd, il partito che l'ha rinnegato. A mettere zizzania tra i personaggi agrigentini ci si mette anche il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica: arrivano finalmente i finanziamenti per il completamento della rete fognaria. Di chi è il merito? Pdl, Grande sud e la coalizione del Governo regionale si contendono il risultato. Il presidente della Provincia, Eugenio D'Orsi, alza la mano: "E' merito dell'Ato, punto".

 

Questo sembrerebbe essere il succo della campagna elettorale agrigentina. Adesso la parola passa ai cittadini. Lunedì sera il verdetto.

 

 

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(dbr)

 

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