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Domenica, 28 Aprile 2024

Il ricordo di Camilleri e la festa di San Calò, Ricifari: "Nessuno spazio a delinquenza e prepotenza"

Il questore: "I cittadini perbene di Porto Empedocle lo hanno capito. Così come i ragazzi e questo è importante. I pochi che non hanno compreso o sono stupidi o in malafede"

Lo diceva e lo scriveva: "Nel deserto del mio Paradiso c'è spazio solo per San Calò". Andrea Camilleri era ateo, ma aveva immagini e statuine del santo nero in casa e non faceva mistero - sosteneva piuttosto che gli stava "enormemente simpatico" - del suo legame con San Calogero al quale, ogni anno, faceva la sua offerta. Nel giorno, quello di ieri, in cui, a Porto Empedocle, è calato il sipario sull'edizione 2023 dei festeggiamenti in onore del santo africano, ad Agrigento la "Strada degli scrittori" ha dedicato una serata al papà del commissario Montalbano. A conversare con Felice Cavallaro c'erano il regista Rocco Mortelliti e le nipoti di Camilleri, Alessandra Mortelliti, attrice e regista, e Arianna Mortelliti, scrittrice. Accanto a loro anche il questore di Agrigento, Emanuele Ricifari, che nelle ultime settimane ha visceralmente combattuto - e vinto - una battaglia per fare in modo che, né a Porto Empedocle, né altrove, vi siano infiltrazioni di mafiosi o criminali nelle feste patronali. I riti si sono svolti tutti e sono stati improntati ad ordine e legalità. 

Ieri sera, mentre si ricordava Andrea Calogero Camilleri, miracolato due volte nella sua vita, Ricifari è tornato a spiegare: "Momenti di fede e di folclore, momenti della vita sociale non possono essere condizionati da chi schiaccia con la prepotenza, con l'inganno, con la delinquenza, con le estorsioni, con lo spaccio di stupefacenti. E' di questo che stiamo parlando, di persone con precedenti di questo tipo che pretendono di condizionare la festa, minacciando cittadini, amministratori, comitato organizzativo e perfino i sacerdoti, provando ad assumere toni ricattatori nei confronti dell'autorità. Non era accettabile - ha ribadito, per l'ennesima volta, il questore - . I cittadini perbene di Porto Empedocle lo hanno capito, lo hanno capito le istituzioni, lo hanno capito anche i ragazzi e questo è importante. I pochi che non lo hanno capito o sono stupidi o in malafede".

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Camilleri miracolato

Camilleri ha ricevuto un miracolo al momento della nascita: il 5 settembre del 1925 e uno il 21 settembre del 1986 quando, a Porto Empedocle, ci fu la prima strage di mafia e quando Andrea Calogero Camilleri si salvò per miracolo. 

La madre, aveva paura di perdere anche questo figlio, e lo votò a San Calogero. Quando il santo nero, durante la processione, passò davanti casa Camilleri, la levatrice alzò dal balcone e fece vedere al santo Andrea Calogero Camilleri. Il 21 settembre del 1986, a Porto Empedocle, davanti al bar Albanese di via Roma, i killer uccisero sei persone: fra i quali un innocente. Fu il regolamento di conti tra i clan Grassonelli e Messina. Camilleri, al bar, era stato invitato al tavolo di Gigi Grassonelli. "Un attimo, vado a prendere il whisky che ho già ordinato e vengo a salutarvi' - rispose Camilleri - . E in quel frangente venne miracolato: arrivano due cabriolet piene di killer che iniziarono a sparare all'impazzata. Morirono 6 persone. Quei 30 secondi in cui Camilleri tornò indietro, verso il bancone, gli salvarono la vita. 

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