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Sabato, 27 Aprile 2024
Colonne d'ercole

Colonne d'ercole

A cura di Fabio Russello

" Classe 1971, è un giornalista, firma del quotidiano ""La Sicilia"" e corrispondente da Agrigento per ""La Repubblica"" e per l'agenzia di stampa ""Agi"". Iscritto all'Ordine dei giornalisti pubblicisti nel 1994, è diventato professionista nel 2007. Racconta per noi - controcorrente - quello che va al di là dei confini della cronaca. "

Colonne d'Ercole

Se Hardcastle era un abusivo

La colpa è come sempre della stampa nazionale (stavolta non solo Repubblica, ma pure il Corriere). Certo. Questi cattivoni che non vedono l'ora di gettare fango sulla nostra città. Che cattivoni. Poi però a bocce ferme uno si va a leggere il resoconto stenografico della surreale seduta

La colpa è come sempre della stampa nazionale (stavolta non solo Repubblica, ma pure il Corriere). Certo. Questi cattivoni che non vedono l'ora di gettare fango sulla nostra città. Che cattivoni. Poi però a bocce ferme uno si va a leggere il resoconto stenografico della surreale seduta del Consiglio comunale che ha portato alla votazione unanime di una mozione che "impegna l'Amministrazione comunale alla luce del voto CRU 151/09 e 190/09, della decisione del Cga del 12 febbraio del 2012 pubblicata in Gurs il 2 novembre del 2012 a verificare i vincoli discendenti da dispositivi di legge sul territorio comunale". Sentite, anzi leggete, Daniele Vita, che è alla fine quello che "inguiaia" i colleghi: "[...] Perché nel momento in cui il Consiglio Comunale, ciascun consigliere vota questa mozione, ciascun consigliere fa propria quella mozione, quindi questo Consiglio comunale è con voi (riferendosi alla cinquantina di abusivi presenti in aula consiliare, ndr). Per noi voi non siete degli abusivi, per noi il primo abusivo è stato Alexander Hardcastle (!) che ha fatto quella casa lì sulla via Sacra tra il Tempio della Concordia e il Tempio d'Ercole. Il Villaggio Mosè non c'entra nulla, Poggio Moscello non c'entra nulla, San Leone non c'entra nulla con l'abusivo". Tralasciando il fatto che Villa Aurea c'era ancora prima che arrivasse Hardcastle va anche detto che nessuno in aula ha spiegato a Vita che l'oggetto della questione non era affatto la zona A ma era il Prg. Anzi, l'intervento successivo (di Alessandro Sollano) spiega (trascrivo integralmente col copia e incolla) che "Il PdL è anche d'accordo a votare questo documento, anche perché ricordo a qualche mio collega della vecchia consiliatura che noi già con molte persone che vedo anche qua presenti, abbiamo intrapreso una azione simile a questa con il vecchio Consiglio e noi siamo favorevoli a votare questo documento, anche per dare più stimolo a questa Amministrazione e dare un taglio definitivamente a questo problema, perché per noi non è un problema, anzi la casa è un diritto e un dovere che spetta a tutti".

Dare dunque un taglio definitivo a questo problema. Che, da quelle parole, non sembra esattamente la decisione del CRU. E non è finita perché quei cattivoni della stampa nazionale che ce l'hanno con Agrigento e con il Consiglio devono avere saputo in anticipo quello che ha detto un altro consigliere, sempre nella stessa seduta: "Il 19 luglio 1966 oltre a rappresentare la nefasta giornata in cui una frana interessò parte del territorio occidentale della nostra città, segnò l'inizio di una nuova filosofia urbanistica nazionale, che tuttavia fu veicolata attraverso la strumentalizzazione di taluni eventi edificatori di Agrigento, non diversamente vissuti in altre città italiane. A monito, per la città più bella tra quelle abitate dai mortali, fu organizzata una successione di norme, integrative dell'unica legittima già esistente, non basate su alcun riferimento scientifico e archeologico". Fin qui pare chiaro che il dibattito è nettamente sul Cru e non certo sulla Zona A, no? Chi non lo pensa è in malafede e vuole solo gettare fango sulla città. Ma Picone per evitare che qualcuno possa interpretare male le sue parole spiega meglio: "L'unica norma equilibrata e legittima che ha valore archeologico e scientifico è quella precedente, emanata dal Ministro della Pubblica Istruzione con apposito decreto 12 giugno 1957". Si tratta della norma che impone il vincolo solo tra i due fiumi.  E siccome in Consiglio comunale abbiamo avvocati e medici non poteva certo mancare l'archeologo. Picone infatti prosegue (oggi la Colonna è copia e incolla a gogò e andrebbe firmata anche a Vita e Picone, appunto): "È importantissimo rilevare che l'insediamento della Magna Grecia in Akragas aveva la foce all'impluvio dei due fiumi che erano navigabili. Il territorio che oggi si estende da quell'impluvio e raggiunge il mare a San Leone e Maddalusa, è semplice deposito alluvionale, in cui non c'era alcun insediamento della colonia greca di Akragas, decade quindi il valore scientifico di tutela di tali territori. Tale concetto era stato ben compreso dal legislatore che emanò serenamente il decreto 12 giugno 1957. Qualche serio dubbio deve sorgere nelle nostre coscienze civiche sulla legittimità scientifica di quel decreto Gui - Mancini, frutto probabilmente di frettolosa brama di pianificazione urbanistica, adulterata con falsi presupposti di rispetto archeologico, che diviene puro segno di palese contraddizione e di riverente violazione del contenuto della legge 28 settembre 1966 N. 749 che lo genera e con la quale fu istituita la zona archeologica di interesse nazionale della Valle dei Templi di Agrigento". Signori, abbiamo appena discusso di Cru, di Prg e di Gazzetta Ufficiale e di resoconto stenografico del Consiglio comunale.

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