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Sabato, 27 Aprile 2024
Tribunale / Maddalusa

I sigilli al resort di Maddalusa, il gip convalida i due sequestri preventivi per costruzioni abusive su area vincolata

Contestate anche la violazione al Codice dei beni culturali e del paesaggio e l'occupazione abusiva di Demanio marittimo. Due le persone, legate da vincolo di parentela, iscritte dai pm nel registro degli indagati

I due sequestri preventivi sulla struttura ricettiva "Maddalusa Launch Beach" sono stati convalidati, stamani, dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Agrigento, Giuseppe Miceli. A richiederli, negli scorsi giorni, era stato il procuratore capo facente funzioni Salvatore Vella.

"I sigilli sono stati apposti alle strutture ricettive del 'Maddalusa Launch Beach di Burgio Carmelo' e delle relative pertinenze per le ipotesi di reato - è stato reso noto dalla Procura della Repubblica di Agrigento - di costruzione abusiva su area vincolata; violazione del Codice dei beni culturali e del paesaggio e occupazione abusiva di Demanio marittimo (sequestro eseguito in via d'urgenza dalla sezione di polizia giudiziaria della Procura il 28 giugno). Sequestro preventivo anche per un'area di circa 900 metri quadrati costituita - spiegano sempre dal quinto piano del palazzo di giustizia - da uno sbancamento e in terrazzamento illecito (a servizio dell'attività di B&B), per le ipotesi di reato di costruzione abusiva su area vincolata; violazione del Codice dei beni culturali e del paesaggio (eseguito dalla sezione di polizia giudiziaria della Procura della Repubblica il 30 giugno)".

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Il gip ha riconosciuto la sussistenza del "fumus" dei gravi reati urbanistici, paesistici e demaniali ipotizzati dal pubblico ministero, fondato sulla attività d’indagine e sui documenti acquisiti dalla polizia giudiziaria, con l’ausilio tecnico di funzionari del servizio Vigilanza edilizia del Comune di Agrigento e della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Agrigento, oltre che sui documenti allegati ad una denuncia presentata dal presidente dell’associazione “Legambiente – Circolo Rabat Aps” di Agrigento” del 25 maggio 2021 al nucleo carabinieri Tpc di Palermo.

Il gip ha riconosciuto, inoltre, "sussistente il pericolo che la disponibilità dei beni e delle opere degli indagati potesse protrarre ed anzi aggravare gli effetti dei reati, dato che i beni e le strutture erano chiaramente utilizzati nell'ambito dell'attività turistico ricettiva esercitata (anch'essa abusivamente) da parte di Burgio" - spiegano dalla Procura - . Gli indagati sono due, legati tra loro da vincolo di parentela.

Le indagini giudiziarie non sono ancora concluse e le condotte oggi contestate agli indagati non sono ancora definitivamente accertate.

"Si tratta del più grande e grave abuso edilizio negli ultimi 30 anni in Sicilia, nell’area della Valle dei Templi" - aveva dichiarato, nei giorni scorsi, dopo che aveva sollevato il caso, l'avvocato Giuseppe Arnone. E lo ha fatto mediante l’associazione ambientalista “Lega Siciliana per l’Ambiente Circolo Giosuè Arnone”, su segnalazione di numerosi cittadini - per come lo stesso aveva reso noto - .

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