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Lunedì, 29 Aprile 2024
I dettagli / Porto Empedocle

Tentate estorsioni ad imprenditori, il gip: "Non si sono presentati come 'amici' delle cosche locali, no aggravante mafiosa"

Gli indagati non hanno tenuto conto di un dettaglio, che non era affatto di poco conto. Due dei tre titolari di aziende presi di mira erano, e sono, appartenenti all'associazione antiracket Libero Futuro. Inevitabile quindi la denuncia

"Né Migliara, né gli altri indagati si sono presentati alla vittima come emissari di un gruppo criminale organizzato, né si sono presentati come 'amici' delle cosche locali, né hanno fatto riferimento alla necessità di aderire a consuetudini criminali che prevedono l'obbligo per gli imprenditori di 'mettersi a posto' o di corrispondere denaro o altre utilità per le festività. In alcun modo gli indagati si sono avvalsi della forza di intimidazione derivante dalla manifestazione di appartenenza ad alcuna associazione criminale. In assenza di un comportamento minaccioso tale da richiamare alla mente del soggetto passivo l'appartenenza ad un sodalizio criminale organizzato di tipo mafioso, non può configurarsi la circostanza aggravante dell'articolo 416 bis". E' con queste parole e su queste basi che il gip del tribunale di Palermo Filippo Serio ha, appunto, escluso l'aggravante dell'associazione di stampo mafioso. Per questo motivo gli atti dell’inchiesta della Dda di Palermo sono stati trasmessi al procuratore della Repubblica di Agrigento, facente funzione, Salvatore Vella.

"Hanno provato ad imporre assunzioni e retribuzioni non dovute", 3 arresti per tentata estorsione

"La condotta degli indagati - stando a quanto è stato scritto dal gip nelle pagine dell'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari - è sicuramente idonea ad esercitare una efficacia intimidatrice, ma va detto che ciò costituisce il naturale ed indefettibile presupposto del reato di estorsione consumata a mezzo minaccia. Piuttosto gli indagati hanno intimidito la vittima prospettando direttamente la propria capacità (del Migliara soprattutto) di recare pregiudizio ai beni o all'incolumità altrui".

Quel "dettaglio" trascurato

Gli indagati non hanno tenuto conto di un dettaglio, che non era affatto di poco conto. Due dei tre imprenditori presi di mira - per ottenere assunzioni e soldi per familiari ed amici o la rescissione di un contratto di locazione - erano, e sono, appartenenti all'associazione antiracket Libero Futuro. Inevitabile dunque il fatto che avrebbero potuto - e così è stato - correre dalla Squadra Mobile per denunciare quanto gli stava capitando. 

L'inchiesta sulle tentate estorsioni, l'intercettazione: "Posso fare succedere la fine del mondo, non si muove alcunché se prima non lo sappia io" 

L'appello a denunciare

"Non è la prima volta che nostri imprenditori subiscono richieste estorsive e intimidazioni più o meno gravi, ma ogni volta hanno subito sporto denuncia. In ques’ultima vicenda sono stati i titolari di società di servizi ambientali - hanno scritto da Libero Futuro - . Noi speriamo che in tanti prendano esempio dai nostri colleghi respingendo ogni tipo di imposizione, non lasciandosi intimorire dalle minacce e denunciando l’accaduto alle forze dell’ordine. Diciamo a tutti coloro che vengono presi di mira dagli estortori di affidarsi alle forze dell’ordine e di contare sul sostegno attivo della nostra associazione. Se saremo in tanti ad opporci alle prepotenze dei mafiosi e dei loro simili - hanno concluso dall'associazione antiracket - potremo rendere più libere le nostre attività da questa grave forma di parassitismo".

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