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Domenica, 28 Aprile 2024
L'intervento / Palma di Montechiaro

Palma di Montechiaro, Guardia costiera e polizia sequestrano 1.500 ricci di mare e attrezzature

Il pescatore di frodo, di origini palermitane, si trovava nelle acque antistanti alla torre San Carlo. Per lui anche una sanzione amministrativa di 2mila euro

La Guardia costiera di Licata e la polizia di Stato hanno sequestrato 1.500 esemplari di ricci di mare e diverse attrezzature subacquee a Palma di Montechiaro. Colpito un pescatore di frodo palermitano al quale è stata anche elevata una sanzione amministrativa di 2.000 euro.

L’intervento è avvenuto durante la notte quando la Guardia Costiera licatese, congiuntamente al personale del Commissariato di Palma di Montechiaro, ha individuato l’uomo mentre era intento a pescare esemplari di ricci di mare nelle acque antistanti alla torre San Carlo in territorio di Palma di Montechiaro.

Nel servizio di pattugliamento, in località “Marina di Palma”, una Volante del Commissariato ha notato alcuni soggetti armeggiare con fare sospetto vicino ad un veicolo fermo a ridosso della spiaggia. Alla vista degli agenti hanno cercato di dileguarsi ma sono immediatamente bloccati. Il personale intervenuto ha subito notato 4 sacche contenenti i ricci di mare e l’attrezzatura da pesca: mute da sub, retini e forchettoni. Sono apparse subito chiare le intenzioni illecite dei pescatori abusivi e, trattandosi di materia specialistica delle Capitanerie di porto, è stato richiesto l’immediato intervento del Comando della Guardia costiera di Licata. I ricci sono stati rigettati in mare ancora vivi.

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Com’è noto, la pesca abusiva del riccio di mare è un fenomeno particolarmente diffuso per le prelibatezze delle gonadi. E quindi il prelievo ingente è fonte di ottimi guadagni.

Il riccio di mare riveste un importante ruolo ecologico nel delicato equilibrio degli ecosistemi marini in quanto si nutre prevalentemente di alghe presenti sul substrato roccioso ad una profondità compresa tra la superficie e circa 80 metri. Viene classificato tra gli erbivori più efficienti presenti nell’ambiente marino.

Diventa quindi fondamentale la salvaguardia di questa specie marina, con il fine di preservare popolazioni stabili la cui diminuzione porterebbe infatti ad un’eccessiva proliferazione di alghe. Una sovrappopolazione potrebbe invece portare a fondali poveri di vegetazione con conseguente scomparsa di biodiversità.

Il Paracentorus lividus, che appunto è comunemente chiamato “riccio di mare”, trova peraltro la sua regolamentazione nel decreto assessoriale della Regione siciliana del 7 luglio 1995 che prevede per la pesca sportiva una cattura giornaliera massima di non più di 50 esemplari.

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