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Domenica, 28 Aprile 2024
La ricostruzione / Canicattì

Consuocero investito e ucciso per bloccare il matrimonio? Il perito: "Colpito mentre prendeva a bastonate l'auto, unica manovra possibile"

L'ingegnere è stata nominata dalla Corte per fare chiarezza sulla morte di Mario Vincenzo Lauricella: per il suo omicidio e il tentato omicidio della figlia della vittima è imputato il 75enne Luigi Lalomia

"La Lomia ingranava la prima marcia, premeva l’acceleratore per far uscire dal terreno la parte posteriore del furgone, in direzione verso lo slargo presente innanzi al casotto, unica manovra consentita al fine di eseguire ulteriori manovre per poter raggiungere l’uscita dalla proprietà. Percorsi pochi metri, riuscendo ad avanzare in direzione del casotto, veniva attinto dal quarto colpo sul cofano motore, inferto da Lauricella che si trovava ancora con il bastone in pugno, che nel
frangente veniva impattato dallo spigolo anteriore sinistro del furgone".

L'ingegnere Grazia La Cara, incaricata dalla Corte di assise di Agrigento, presieduta da Alfonso Malato, di ricostruire la dinamica, dà una lettura diversa dei fatti rispetto a quella che è l'ipotesi accusatoria iniziale. Il processo per l'omicidio di Mario Vincenzo Lauricella, ucciso a 60 anni da quello che doveva essere il futuro consuocero, ovvero il tabaccaio di 75 anni, Luigi Lalomia, è arrivato all'epilogo.

Omicidio Lauricella, poliziotto in aula: "I vicini hanno visto tutto"

Lauricella è morto il 16 luglio del 2021 a distanza di un mese e mezzo dall'investimento avvenuto il 30 maggio. L'episodio sarebbe stato preceduto da una serie di violenti litigi fra le due famiglie che scaturivano dalla decisione della figlia di Lauricella e del figlio di Lalomia di sposarsi dopo un fidanzamento di alcuni anni.

Quella mattina, secondo l'ipotesi accusatoria, Lalomia sarebbe andato con un furgone Doblò in via Libia, nell'abitazione di campagna di Lauricella che si trovava nel vialetto sterrato insieme alla figlia e che sarebbe stato investito volontariamente per essere ucciso. La ragazza, sempre secondo l'ipotesi accusatoria, sarebbe stata spintonata lontano dal padre che l'avrebbe salvata vedendo il furgone piombare contro di loro.

Il perito, tuttavia, chiamato a risolvere i contrasti fra le diverse versioni, traccia una ricostruzione un pò diversa rispetto all'ipotesi accusatoria. L'ingegnere, in sostanza, sostiene che l'imputato sarebbe arrivato col furgone e probabilmente sarebbe sceso con un bastone per picchiarli venendo, invece, disarmato a colpito. A quel punto si sarebbe rifugiato nell'abitacolo.

"Ha ucciso consuocero per bloccare il matrimonio": tabaccaio rinviato a giudizio

"A questo punto - scrive il perito - Lalomia cercando di darsi alla fuga eseguiva una manovra di retromarcia per sfuggire ad ulteriori colpi, terminando la sua corsa sul terreno adiacente il vialetto di accesso, dopo aver divelto le pietre poste sul margine a delimitazione dello stesso, causando danni al mezzo e fermandosi con lo stesso a cavallo tra terreno e vialetto. Quindi, veniva raggiunto da Lauricella che, dopo avere sferrato il terzo colpo su parte del tetto e del parabrezza, si allontanava in direzione del casotto".

A quel punto avrebbe ingranato la prima ma, secondo l'esperto della Corte, sarebbe stata l'unica manovra possibile. Lauricella, dopo essere stato colpito, riportò la frattura del bacino. 

Il processo è stato aggiornato al 6 dicembre per la requisitoria del pm Paola Vetro: a seguire ci saranno le arringhe dell'avvocato di parte civile Salvatore Amato e del legale dell'imputato, Calogero Meli. 
 

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