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Sabato, 27 Aprile 2024
La visita istituzionale / Lampedusa e Linosa

Meloni e von der Leyen a Lampedusa, gli isolani a gran voce: “La premier parli con noi, siamo stanchi delle passerelle”

Lo ha urlato al megafono Giacomo Sferlazzo in testa al corteo che ha bloccato il convoglio di auto. La presidente del Consiglio, con il capo del Viminale, è scesa dalle auto e si è avvicinata alla folla. Contestato il questore di Agrigento

E’ il giorno della visita a Lampedusa della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. Sono arrivate con un aereo di Stato all'aeroporto dell’isola dove sono state accolte, sotto bordo, dal prefetto di Agrigento Filippo Romano e dal presidente della Regione Renato Schifani. Meloni e von der Leyen sono accompagnati dal ministro dell'Interno Matteo Piantedosi e dal commissario europeo agli Affari interni Ylva Johansson.

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"Ci dovete promettere che la Meloni ci riceva per un breve incontro. Siamo stanchi che quest'isola sia una passerella per tutti". Lo ha urlato, al megafono, Giacomo Sferlazzo in testa al corteo che ha bloccato il convoglio di auto della premier Giorgia Meloni. "Vogliamo parlare democraticamente - ha ripetuto 3 volte - , prendetevi l'impegno di darci l'opportunità di parlare". Un appello seguito da uno scrosciante applauso. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, assieme al capo del Viminale, sono scesi dalle auto in maniera del tutto inattesa e si sono avvicinati alla folla. E' stato il delirio perché decine di lampedusani, accalcandosi, si sono avvicinati alle autorità per cercare di capire e registrare cosa stavano per dire. Un paio di isolani hanno anche afferrato per le spalle dei giornalisti e degli operatori e, alzandoli di peso, li hanno allontanati con violenza. "Sono qui per parlare con noi, sono qui per noi e non per voi" - hanno urlato - . La polizia ha fatto fatica, ma è riuscita a contenere la folla. "Stiamo facendo il possibile, come sempre io ci metto la faccia": questo è quello che ha detto Giorgia Meloni al gruppo di manifestanti.

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I manifestanti di Lampedusa, dalla piazza principale, si sono messi in marcia verso l'aeroporto dell'isola e poco prima della fine di via Roma hanno intercettato le colonne di auto sulle quali la premier Giorgia Meloni, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi e il commissario europeo agli Affari interni Ylva Johansson, nonché il prefetto di Agrigento Filippo Romano e il presidente della Regione Renato Schifani, stavano raggiungendo l'hotspot di contrada Imbriacola. 

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"Brava Giorgia, brava". Lo hanno urlato tanti lampedusani cercando di farsi largo nella bolgia per avvicinarsi alla premier. La polizia ha continuato a reclamare spazio per evitare rischi e pericoli. A contenere la folla è stato, urlando a perdifiato e cacciando i più esagitati, Giacomo Sferlazzo che ha parlato per un paio di minuti con Giorgia Meloni e con il capo del Viminale che non hanno usato il megafono per farsi sentire dai lampedusani. Questi ultimi continuato ad incalzare: "Voce, voce, non sentiamo niente, dobbiamo capire anche noi". I lampedusani non hanno sentito la conversazione con Sferlazzo ma hanno applaudito la presidente del Consiglio quando è risalita in macchina e hanno continuato ad urlare "Brava Giorgia". Dopo aver fatto passare il convoglio di auto, diretto all'hotspot di contrada Imbriacola, i lampedusani - che erano oltre un migliaio - sono tornati indietro e si sono radunati nella piazza antistante al Municipio.

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E’ durato una manciata di minuti e si è concluso con un isolano che gridava "buffoni" alle spalle delle autorità che hanno raggiunto l'aeroporto di Lampedusa dove è atterrata la premier Giorgia Meloni. Il lampedusano esagitato è stato subito bloccato e allontanato dalla piazza da Giacomo Sferlazzo del movimento politico-sociale Mediterraneo Pelagie. Quest'ultimo ha richiamato tutti: "Calma e lucidità - ha detto - perché sono gli altri che devono perdere la calma, noi abbiamo la camomilla". Il questore è stato chiaro: "Davanti ai giornalisti non parlo". 

"Il vento è cambiato, pretendiamo che chiunque venga a Lampedusa deve passare dalla piazza e ci saluti - ha detto, megafono in mano, Sferlazzo - e ci deve dire 'state tranquilli perché stiamo lavorando per la vostra pace e per garantire i diritti dei migranti'. Fino a quando non fanno così è meglio che non vengono a Lampedusa". I lampedusani attenderanno fino alle ore 10 un invito all'incontro con la Meloni. E se non arriverà "inviterò tutti - ha annunciato Sferlazzo - ad andare in aeroporto per manifestare e protestare. Vogliamo il dialogo". 

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