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Lunedì, 29 Aprile 2024

Migranti, il prefetto: "Battuto ogni record a Lampedusa, ma i trasferimenti hanno retto"

Il procuratore aggiunto Salvatore Vella: "Partenze con numeri importantissimi dal comprensorio di Sfax, con imbarcazioni pericolose e sulle quali viaggiano soprattutto subsahariani o asiatici. Trafficanti tunisini senza scrupolo"

"L'anno ancora non è finito, mancano due mesi e mezzo. Lampedusa ha però già battuto ogni record, i numeri sono stati eccezionali. Siamo riusciti però a trovare un sistema di trasporto di migranti che, nella maggior parte dei casi, ha retto. E lo ha fatto anche quando è stato posto in grave crisi". Lo ha detto il prefetto di Agrigento, Filippo Romano, tracciando una sorta di bilancio anche in riferimento al momento in cui in un solo giorno, a Lampedusa, vi furono 112 sbarchi con oltre 5mila persone, 12mila in quella settimana e vi furono 7mila e passa ospiti nell'hotspot che ne dovrebbe ospitare al massimo un decimo. "Anche in quel caso siamo riusciti, facendo ricorso a tutte le risorse, a gestire la situazione del centro, con problemi notevoli soprattutto a Porto Empedocle - ha ricordato Romano - . Realtà dove non esiste ancora un hotspot, ma un'area sbarchi che era inadeguata ad ospitare più di 1.500 persone. Il picco, per fortuna, è durato poco, ma soprattutto stiamo completando l'hotspot a Porto Empedocle e saremo dunque in grado di gestire anche situazioni straordinarie". Da Agrigento, porta del Mediterraneo, ieri, durante il convegno della scuola di studi superiori "Agorà Mundi", che promuove il primo corso di laurea triennale per la formazione di mediatori culturali, è partito un messaggio chiaro: serviranno, e sempre più, dei professioni capaci di creare ponti tra culture, sia come supporto indispensabile alle istituzioni che come tassello per una società più aperta, multietnica, inclusiva.

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“Quella del mediatore è una professione, anzi una missione a volte – ha detto, durante i saluti istituzionali, il prefetto di Agrigento Filippo Romano - che si pone oggi come centrale nella gestione del fenomeno migratorio. Non si tratta solo di tradurre da un'altra lingua, ma ben di più. Si tratta di entrare dentro il dettaglio della provenienza, nella storia di un popolo. Sono competenze che si maturano solo con grande cultura e maturando una specifica sensibilità e hanno lo scopo non solo di garantire piena integrazione, ma anche di tutela della sicurezza e della dignità della persona".

“Viviamo in una società che è multiculturale già nei fatti da molto tempo – ha detto invece, durante il suo intervento, il procuratore aggiunto Salvatore Vella - . In una realtà come questa servono professionisti che siano capaci di cucire strappi tra culture diverse e che siano capaci di far diventare le differenze culturali, religiose, etniche una ricchezza, portando avanti il dialogo. Credo che il mediatore diventerà una figura sempre più importante, non solo nel contrasto della criminalità o nella gestione dell’emergenza”. Vella, analizzando il fenomeno, si è soffermato "sull'aumento della rotta tunisina. Si sono sempre più imposte organizzazioni criminali di trafficanti tunisini rispetto a quello libici che continuano ad esserci. Abbiamo registrato un fenomeno diverso: i tunisini si sono sempre occupati di immigrazione, erano trafficanti tunisini che trasportavano, su imbarcazioni che non mettevano a rischio la vita, loro compatrioti. Nell'ultimo anno, abbiamo visto queste partenze con numeri importantissimi dal comprensorio di Sfax - ha spiegato il procuratore aggiunto -, con imbarcazioni che invece erano molto pericolose e sulle quali viaggiavano soprattutto subsahariani o asiatici e non tunisini. Un fenomeno quindi completamente diverso: trafficanti senza scrupolo che mettono a rischio la vita dei migranti per interessi economici". 

“In una società in cui esplodono conflitti, in un mondo che è sempre più in cammino, è indispensabile trovare figure capaci di lavorare nell’emergenza ma capaci di costruire ponti ma anche processi di reale inclusione – ha detto la docente di Mediazione culturale Paola Savona La Sala - . I nostri studenti, anche con esperienze pratiche in molte istituzioni e stage in altri paesi, apprendono la capacità di comprendere identità diverse, in una prospettiva in cui i muri non saranno l’obiettivo delle nuove comunità”. “Oggi – ha concluso il professor Marcello Saija, direttore del corso di laurea -  abbiamo mostrato come ad Agrigento esista un corso di eccellenza che fornisce anche un corredo professionale e culturale straordinario. Abbiamo ascoltato le testimonianze di nostri studenti che oggi lavorano nelle carceri, alla Procura, nelle scuole, ma anche negli alberghi. Sono tante le istituzioni che si rivolgono alla figura del mediatore culturale e saranno sempre di più in futuro. Le iscrizioni al primo anno del nostro corso sono aperte fino al 30 novembre”.

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