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Domenica, 28 Aprile 2024
Operazione "Breaking Bet" / Licata

Quei soldi consegnati per i detenuti, le preoccupazioni: "Mettiamo il caso che questo cog.... parli in macchina"

A ricostruire le dazioni mensili, documentate dalla sezione Dia, ma anche i timori del principale indagato è stato, nelle pagine dell'ordinanza cautelare, il gip del tribunale di Palermo Walter Turturici

Intercettazioni e servizi di osservazione hanno consentito di accertare, secondo l'accusa della Dda di Palermo, il "concreto contributo che Vincenzo Corvitto ha posto in essere in favore della consorteria mafiosa alla quale, tramite dei partecipi" di Palma di Montechiaro, "ha erogato mensilmente un 'supporto economico' di 1.000 euro, materialmente consegnati a (omissis) per il sostentamento degli associati". A ricostruire le periodiche dazioni, documentate dalla sezione Dia di Agrigento, è stato, nelle pagine dell'ordinanza cautelare il gip del tribunale di Palermo Walter Turturici. "E' da rilevare che tale contributo economico, anche dal tenore e dal contenuto dei dialoghi captati, non rappresentava affatto una dazione obbligata corrisposta a seguito di imposizione dell'associazione mafiosa, - scrive il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Palermo - ma piuttosto si attesta come corrispettivo del rapporto sinallagmatico instaurato con Cosa Nostra. Questo conferma ulteriormente che Vincenzo Corvitto ha contribuito al rafforzamento del potere economico della famiglia mafiosa di Licata capeggiata da Angelo Occhipinti, fornendo il proprio aiuto economico-imprenditoriale ai sodali mediante la consegna di somme di denaro". L'operazione "Breaking Bet" ha fatto finire in carcere Corvitto, mentre altri 5 indagati sono stati posti ai domiliari.  

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Le intercettazioni ambientali fatte all'interno della sede licatese dell'azienda di Corvitto e i servizi di osservazione "consentivano di ricostruire diverse dazioni di denaro eseguite dal Corvitto - spiega sempre il gip del tribunale di Palermo aventi come causale proprio quella del mantenimento dei sodali detenuti, argomento a cui veniva fatto esplicito riferimento". Una delle prime consegne documentate dagli investigatori della sezione Dia di Agrigento, che è coordinata dal colonnello Antonino Caldarella, risale al 20 giugno del 2020.

Il 10 settembre dello stesso anno, durante una consegna Corvitto avrebbe manifestato "il proprio risentimento nei confronti del suocero" di chi era andato a ritirate la busta, "ritenendolo responsabile - scrive il gip - di alcune richieste che (omissis) stava ponendo in essere nei suoi confronti". "Gentilmente, non me lo mandi..." - avrebbe detto l'imprenditore licatese - . Ma Corvitto avrebbe manifestato anche una ulteriore preoccupazione dettata dalle eventuali intercettazioni: "Ora mettiamo il caso che questo coglione parla con qualunque altro coglione... in macchina... Gli elementi sono quelli che si conoscono... Mi finisce nuovamente a bordello... Che guadagno ne ho io?... lo macchine (nel bar della nuova persona che era andata per il ritiro dei soldi) non gliene metto nemmeno se viene Gesù Bambino.... in cielo e in terra... ".

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