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"Traffico di cocaina e abigeato con la regia mafiosa", imputati scelgono l'abbreviato

Niente dibattimento per gli agrigentini coinvolti nell'inchiesta "Proelio", sarà sentito il pentito Giuseppe Quaranta

Gli imputati agrigentini dell’inchiesta “Proelio”, che ha fatto luce su un presunto traffico di droga e abigeato sotto l’egida di Cosa Nostra delle province di Agrigento e Ragusa, scelgono di essere giudicati con il rito abbreviato. Non ci sarà, quindi, un vero e proprio dibattimento ma si deciderà “allo stato degli atti”, sulla base delle prove emerse nella fase delle indagini.

Inchiesta "Proelio", sarà sentito il pentito Quaranta

Alle quali si aggiungeranno le dichiarazioni del pentito-imputato Giuseppe Quaranta che, dopo il nuovo arresto, nell’ambito dell’inchiesta antimafia “Montagna”, ha deciso di collaborare con la giustizia. Il gup di Catania, Giovanni Cariolo, dopo che il pm Valentina Sincero aveva prodotto i verbali e chiesto di sentirlo, ha disposto la sua audizione. Quaranta gli imputati, fra i quali molti agrigentini.

Spaccio e abigeato sotto l'egida della mafia, in quaranta davanti al gup

Nella lista, oltre allo stesso pentito favarese, ci sono Francesco Fragapane, 38 anni, di Santa Elisabetta, figlio di Salvatore, capo mafia di Agrigento degli anni Novanta; Roberto Lampasona, 41 anni, di Santa Elisabetta; Antonino Mangione, 38 anni, di Raffadali e Girolamo Campione, 40 anni, residente a Burgio. Tutti gli imputati agrigentini (difesi, fra gli altri, dagli avvocati Giuseppe Barba, Antonino Gaziano e Francesco Carrubba), ad eccezione di Quaranta la cui posizione è stata separata, hanno scelto il giudizio abbreviato. 

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