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Sabato, 27 Aprile 2024
Mafia Santa Elisabetta

Inchiesta "Montagna", la grande attesa per la scarcerazione di Fragapane

Il 37enne, figlio dell’ergastolano Salvatore, ha lasciato il carcere ed è stato sottoposto alla misura della Sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel Comune di Santa Elisabetta il 24 aprile del 2015

L’aspettavano tutti. Tutti, pare pure con una certa ansia, aspettavano che venisse scarcerato. Francesco Fragapane, 37 anni, figlio dell’ergastolano Salvatore, è stato scarcerato e sottoposto alla misura della Sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel Comune di Santa Elisabetta, il 24 aprile del 2015.

Già qualche giorno prima – secondo quanto emerge dalle pagine dell’ordinanza di custodia cautelare dell’inchiesta antimafia “Montagna” – Calogerino Giambrone e Antonio Giovanni Maranto, presunto reggente del mandamento di San Mauro Castelverde, nel Palermitano, avrebbero parlato dell’imminente scarcerazione. E Maranto si sarebbe anche documentato sul “caso” Quaranta che avrebbe dovuto essere trattato da Fragapane in maniera prioritaria non appena in libertà: “Ma lo hai visto più a quello, a quello .. a Peppe (Quaranta)”.

Giambrone: “No .. a me non mi interessa nemmeno parlarne di questo”. Maranto: “… una cosa inutile questo .. ora esce Francesco”. Giambrone: “Sabato esce”. Maranto: “Sabato ora?”.

Era il 28 aprile quando Giuseppe Luciano Spoto riferiva – stando sempre a quanto emerge dalle pagine dell’ordinanza di custodia cautelare – a Giuseppe Nugara d’aver saputo che Francesco Fragapane era stato scarcerato. Ma Nugara, erroneamente, smentiva – scrivono i magistrati della Dda - . Nugara: “ah! Forse quel numero che era quello suo? Vuoi vedere che me lo ero dimenticato”.

Giuseppe Luciano Spoto: “Che minchia … che minchia fai scherzi ti ho chiamato poi  Massimo mi ha detto lo chiamo io e gli ho detto non chiamarlo perché giorno venticinque si arricampa quello”. Nugara: “Ora viene, questa settimana”. Spoto: “Sapevo giorno venticinque”. Nugara: “Tutte minchiate le raccontano, ascolti a me, vossia deve credere a me, non deve credere a nessuno”. Spoto: “A te!”. Nugara: “Quando parla con me dice Pinuzzu mi dice una cosa e basta”. Spoto: “ti sto dicendo che a me è venuto un uccellino…”. Nugara: “Quanto ne abbiamo? Ventotto … domani … esce .. il ventinove”. Spoto: “A me è un uccellino mi ha detto che giorno venticinque e io te lo sto dicendo … io non è che credo a nessuno”. Nugara: “come allora quando vossia ci pensa quando ha detto e dico no non è come ha detto vossia… vossia mi diceva ad agosto”. Spoto: “a me quello che mi raccontano… secondo chi me lo racconta … alle volte mi parlano .. eee .. ora”. Nugara: “Domani esce”. Spoto: “Allora facciamo così ti chiamo e così ti fai trovare che facciamo”. Nugara: “Meglio che mi chiama, vossia mi dice io .. domani per dire devo venire e di dire a lui che è presente … io lo vedo”. 

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