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Sabato, 27 Aprile 2024
Indagini della Squadra Mobile / Lampedusa e Linosa

Bimbi morti ustionati sul barchino, il racconto di un sopravvissuto: "Quattro persone trascinate dalla corrente sono annegate"

E' un diciannovenne, originario della Guinea, a raccontare - ed è stato uno dei cinque superstiti testimoni - cosa è accaduto sulla carretta dove hanno perso la vita, morendo carbonizzati, Alina e Mael

"Il viaggio è durato circa 3 giorni. Dopo 2 giorni, intorno alle 3:30-4, mi sono svegliato, perché il motore si era fermato e la barca aveva preso fuoco, alimentato anche dalla benzina che era custodita in bidoni, che doveva esser utilizzata per il rifornimento. Per sfuggire alle fiamme, ci siamo buttati tutti in acqua, non so se qualcuno sia rimasto a bordo ed è stato investito dalle fiamme. Siamo rimasti in acqua fino alle 7:30 - 8 del mattino, fino a quando si è avvicinato un peschereccio tunisino, che penso abbia dato l’allarme". E' un diciannovenne, originario della Guinea, a raccontare - ed è stato uno dei cinque superstiti testimoni - cosa è accaduto sul barchino dove hanno perso la vita, morendo carbonizzati, Alina e Mael. Testimonianze fondamentali per la Squadra Mobile della Questura e la Procura di Agrigento, con a capo il facente funzioni Salvatore Vella, che hanno fatto scattare i fermi dei due senegalesi, ritenuti responsabili di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e morte come conseguenza di altro reato. 

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"L’equipaggio del peschereccio ha anche tratto in salvo alcuni di noi, che erano stati trascinati via dalla corrente, riportandoli poi sulla nostra barca, che nel frattempo grazie all’intervento di alcuni ragazzi, era stata liberata dalle fiamme, con gettiti di acqua prelevata dal mare - ha proseguito il diciannovenne - . Dopo un po’, è giunta un’imbarcazione penso della marina italiana a salvarci. Ricordo che quando sono risalito sulla barca due bambini, un maschietto e una femminuccia, erano morti bruciati e anche 4 adulti, due uomini e due donne, sono rimasti in acqua perché trascinati dalla corrente e sono annegati". Tutti i testimoni hanno riferito ai poliziotti che "il motore della barca durante il viaggio aveva avuto diversi problemi e più volte si era fermato e fatto ripartire. Ci siamo anche persi in mare e un senegalese - ha concluso il ragazzo - che si era alternato alla conduzione della barca durante la traversata, con un altro uomo anche lui senegalese, grazie all’uso del gps istallato sul suo telefono è riuscito a ritrovare la rotta prefissata". 

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