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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Il cadavere trovato sugli scogli di Licata, era sulla nave carica di hashish naufragata?

Per identificare quel giovane immigrato la Procura attivò ricerche internazionali e venne anche acquisito il suo Dna. Sarebbero di nordafricani anche gli altri cadaveri ritrovati in diversi punti della costa siciliana

Certezze non ce ne sono. Quell’immigrato trovato morto sugli scogli di Licata – lo scorso 19 gennaio – potrebbe però far parte dell’equipaggio dell’imbarcazione stipata di hashish che, verosimilmente, prima della fine dell’anno, è naufragata probabilmente in prossimità delle isole Egadi. Quel cadavere – irriconoscibile e con indosso una tuta – potrebbe anche essere, come era stato ipotizzato immediatamente dopo il ritrovamento, quello di un migrante che ha perso la vita durante una delle tante “traversate della speranza”. Ma la Procura di Agrigento, senza nulla escludere, sta lavorando anche all’ipotesi investigativa che quell’uomo – pare si trattasse di un giovane nordafricano – potesse anche essere sulla nave che, dopo il naufragio, ha disperso scatoloni ricolmi di panetti di hashish e cadaveri praticamente lungo la costa di mezza Sicilia. Cadaveri che avrebbero un unico comune denominatore: sono – stando alle indagini svolte da 5 Procure – tutti di nordafricani. Il “giallo” dunque s’è, di fatto, più che infittito.

Cadavere sugli scogli a Licata, è "giallo" sull'identità: aperta un'inchiesta

Per ogni salma ritrovata, tutte ancora senza nome e cognome, sono in corso accertamenti e comparazioni sul Dna. E’ certo anche un altro particolare – che non è affatto di poco conto – non risultano esserci denunce di scomparsa compatibili.

Delle indagini sul traffico internazionale di sostanze stupefacenti: un continuo flusso di hashish dal Nord Africa verso le coste della Sicilia Sud-Occidentale si sta occupando la Direzione distrettuale antimafia di Palermo.  Non va dimenticato – anzi va tenuto in forte considerazione – anche il fatto che negli anni Ottanta e Novanta proprio il litorale di Torre Salsa, a Siculiana, – stando a quanto è stato già tenuto in considerazione dalla Procura di Agrigento - veniva utilizzato, per la sua particolare configurazione geografica e per la difficoltà di controlli, per il traffico di eroina ai tempi gestito da Cosa Nostra. Se la Dda dunque sta sviluppando l’inchiesta sul traffico internazionale di roba, ogni Procura sta lavorando sul cadavere ritrovato sul suo territorio e sulla locale rete di spaccio. Non si tratta di accertamenti semplici, ma non è escluso che queste indagini ben presto possano, se già non lo hanno fatto, intersecarsi.

Quando sugli scogli di Licata venne ritrovato il corpo del giovane migrante, la Procura di Agrigento – con a capo il procuratore Luigi Patronaggio – attivò immediatamente ricerche internazionali per cercare di identificare quella salma. Venne anche acquisito il suo Dna. E lo stesso sarebbe stato fatto anche dalle Procure di Trapani, Termini Imerese, Patti e Messina.

L’ultimo sacco, ricolmo di panetti di hashish: complessivi 35 chili, venne ritrovato – dai carabinieri e dall’Esercito - a metà marzo scorso sulla spiaggia di Torre Salsa, a Siculiana, in piena riserva naturale. Per la tipologia, luogo di rinvenimento, per il marchio “Ibrahimovic” stampigliato sul nastro di cellophane che impermeabilizzava le confezioni, venne dato per scontato che anche quel ritrovamento fosse collegato con le altre scatole – con centinaia e centinaia di chili  - recuperate tanto nell’Agrigentino quanto nel Trapanese e nel Messinese. Ritrovamenti che sono iniziati all’inizio dell’anno a San Leone, località balneare di Agrigento e che poi sono proseguiti a Castelvetrano e Marsala nel Trapanese. Era il 15 gennaio quando – in contrada Ginestra, a Termini Imerese: lungo il litorale Palermitano, - veniva ritrovato il cadavere di altro sub. Ed era il terzo in due settimane. Anche lui aveva il volto sfigurato e risultava essere irriconoscibile. Gli altri due erano stati trovati a Cefalù e a Castel di Tusa, nel Messinese. La distanza massima tra i luoghi dei ritrovamenti, allora, risultava essere di circa 60 chilometri. Poi, appunto, in ordine di tempo, è stato ritrovato il cadavere di un giovane nordafricano sugli scogli di Licata. 

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