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Carabinieri / Favara

"Estorsione e truffa agevolando la mafia", dopo la condanna scatta l'arresto

L’uomo deve scontare la pena di due anni e tre mesi di reclusione perché ritenuto responsabile dei reati commessi fra Aragona, Gratteri, Caccamo, Bagheria (nel Palermitano) e Favara nell’anno 2015

Estorsione e truffa, con l’aggravante della continuazione e dell’aver agito al fine di agevolare un’associazione per delinquere di tipo mafioso. E’ per questi reati che i carabinieri della tenenza di Favara, in esecuzione di un ordine per la carcerazione emesso dall’ufficio Esecuzioni penali della Procura della Repubblica presso la Corte di appello di Palermo, hanno arrestato Calogero Maglio, 55 anni, di Favara.

L’uomo deve scontare la pena di due anni e tre mesi di reclusione perché ritenuto responsabile dei reati commessi fra Aragona, Gratteri, Caccamo, Bagheria (nel Palermitano) e Favara nell’anno 2015.

L’operaio edile favarese cinquantacinquenne, all’arrivo dei militari dell’Arma della tenenza di Favara, non ha battuto ciglio e si è lasciato notificare il provvedimento di carcerazione. Dopo le formalità di rito, l’uomo è stato trasferito – dagli stessi carabinieri della tenenza di Favara – alla casa circondariale di contrada Petrusa dove dovrà restare a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Venerdì scorso, la Cassazione ha messo un punto fermo nell’ambito della maxi inchiesta “Montagna” che, il 22 gennaio del 2018, disarticolò un nuovo mandamento mafioso. Sono diventate definitive 26 condanne, mentre per tre imputati ci sarà invece un nuovo processo d’appello. Fra i condannati, a quattro anni e otto mesi, anche Calogero Maglio di Favara che adesso dovrà, appunto, scontare la pena residua.

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