Il giudice ha scagionato i titolari di un'azienda ritenendo che non vi sia stata alcuna truffa ma che si tratti solo di una questione civilistica: secondo la procura i sopralluoghi e le pec inviate avrebbero configurato "artifici e raggiri"
L'automobilista agrigentino ha prodotto tutta la documentazione attestante il pagamento, nonché gli atti firmati per stipulare quella polizza. Indagini della polizia
Entrambi hanno presentato denuncia alla polizia. Gli agenti, dopo aver acquisito tutti gli elementi utili alle indagini, hanno trasmesso i fascicoli ai colleghi della Postale
L'empedoclino, sostenendo di stare indagando su una rapina, è riuscito ad entrare in casa dell'ottantenne pensionato ed ha portato via tutti i preziosi della famiglia. Monili che ha anche rivenduto
La pensionata si è fidata ed ha consegnato all'uomo la collana e il bracciale d'oro che indossava. Al momento di riprendere i preziosi, il quarantenne era scomparso
Un 31enne canicattinese, per una svista della procura, è stato mandato due volte a giudizio per la stessa ipotesi di truffa in cui avrebbe speso il nome di Confindustria. I due magistrati hanno emesso una sentenza opposta ed è stato necessario "l'incidente di esecuzione"
Chiusa l'inchiesta nei confronti del titolare di un'azienda e dei presunti lavoratori "fantasma": l'ammontare del raggiro ammonta a circa mezzo milione di euro
Sono accusati d'aver stipulato con l'Asp - attraverso lo schermo giuridico di una fittizia associazione di volontariato - convenzioni per l’assistenza ai malati tramite il servizio di trasporto con ambulanze di pazienti dializzati
Secondo le accuse avrebbero dichiarato di possedere varie estensioni di terreno che però appartenevano ad altre persone, in alcuni casi decedute o emigrate
Con in mano alcuni elementi, come l'Iban su cui è stato fatto il maxi bonifico, il nickname usato dal venditore-truffatore, la polizia proverà a risalire a chi ha effettivamente raggirato il giovane
Un uomo, qualificandosi come "operatore del settore sicurezza della banca", ha chiesto al 54enne i codici identificativi del suo conto corrente e poi di fare il versamento dei suoi soldi su una PostePay
I due, per mettere a segno i raggiri, avevano anche predisposto una fittizia sede sindacale a Palermo all’interno della quale venivano ricevute le vittime che sottoscrivevano falsi contratti di lavoro
In secondo grado è stata dunque confermata la precedente sentenza emessa dal giudice monocratico. I reati contestati al sottufficiale erano il falso ideologico e truffa continuata
In primo grado era stato inflitto un anno di reclusione: la presunta vittima sarebbe stata adescata da un finto spagnolo, da un intermediario e da un orefice tanto da comprare per 3.500 euro della merce con la convinzione che valesse 15mila