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Domenica, 28 Aprile 2024
Centro storico abbandonato / Centro Storico / Salita Santa Croce

Degrado e rifiuti nel cuore della vecchia Kerkent: facciamo due passi nel Rabato "fantasma"

La guida Marco Falzone, in vista di Agrigento capitale italiana della cultura 2025, chiede all'amministrazione comunale di mimetizzare le situazioni che potrebbero causare imbarazzo con i futuri turisti

Porte e finestre murate, rifiuti e macerie contraddistinguono il Rabato di Agrigento, il quartiere arabo che si arrampica sul versante occidentale del colle di Girgenti. Poche sono le famiglie che oggi ci vivono e nel fitto reticolo di vicoli, tangibili sono le ferite inferte dal tempo e da una pluridecennale errata politica di salvaguardia del centro storico. Con Marco Falzone, esperta guida turistica agrigentina, e lo skipper Andrea Barbera, AgrigentoNotizie ha fatto due passi nel rione Santa Croce seguendo il percorso, che i più diffusi sistemi di navigazione suggeriscono ai turisti, che dalla via Garibaldi vogliono raggiungere a piedi la cattedrale di San Gerlando.

Agrigento, chiesa di Santa Croce

Subito dopo la chiesa, notiamo le macerie di un edificio crollato recentemente e ci addentriamo lungo i vicoli spettrali dove il tempo sembra essersi fermato al 19 luglio del 1966, data della frana che costrinse gli abitanti ad abbandonare le proprie case. Camminando, non si possono non notare gli spazi vuoti lasciati dalle precedenti edificazioni, così come altrettanto visibili sono i panni stesi nelle sparute case ancora abitate. Un segnale di divieto al transito pedonale, ci avverte sui rischi e sui pericoli presenti e che, in alcuni tratti, si percepiscono anche dai rigonfiamenti murari di quei “dammusi” che potrebbero venire giù da un momento all’altro.

Marco Falzone, che conosce bene quei vicoli, porta AgrigentoNotizie in un luogo emblematico: all’immagine crudele degli immobili sventrati si associa anche il barbaro costume di trasformare i luoghi abbandonati in vere e proprie discariche di rifiuti. Diversi sono nel rione i locali inagibili che, nel tempo, sono serviti da depositi abusivi di materie di ogni genere. Depositi che non sono indifferenti alla vista dei passanti così come pregiudicano alla salute di chi vive nel quartiere.

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Agrigento, discarica abusiva du rifiuti nel rione Santa Croce

Il 2025, che vedrà la città di Agrigento essere capitale italiana della cultura, potrebbe portare a un sostanziale rilancio turistico e, nelle more che i progetti di riqualificazione del centro storico vengano portati a termine, la guida Marco Falzone, suggerisce al Comune di adottare sistemi di mimetizzazione capaci di nascondere agli occhi dei turisti il degrado in cui versa il rione. Prima di lasciare il quartiere, il silenzio che ci ha accompagnato per l’intera passeggiata è stato improvvisamente interrotto dal vagito di un neonato, segno che dimostra come ci sia ancora vita tra le vetuste mura di quei fabbricati abbandonati al loro triste destino.

L’origine del termine Rabato “Rabadh", nelle città arabe, indica i sobborghi popolari. Ed è il termine da cui trae origine il nome “Rabato”, ossia quello del quartiere nato durante la dominazione islamica a Kerkent, l’attuale Agrigento. L’assetto urbanistico è caratterizzato da assi viari sinuosi e vicoli stretti sui quali si affacciavano botteghe artigianali, grandi cisterne d’acqua e giardini mediterranei

Il progetto di riqualificazione che potrebbe ridare vita al Rabato

La realizzazione di 24 nuovi alloggi per ridare vita al quartiere, questa è l’idea dell’amministrazione comunale di Agrigento che, nei giorni scorsi, ha rimodulato e approvato il progetto di riqualificazione per il rione Santa Croce. L’importo dei lavori è di 5 milioni e 390 euro, quasi mezzo milione di euro in più rispetto allo stesso progetto che nel 2022 però contava di intervenire su 35 unità immobiliari.

Area interessata del progetto di recupero di 24 alloggi

“Il progetto sta andando avanti, il recupero passerà attraverso la demolizione e la ricostruzione di un intero isolato. La fattibilità economica del progetto è stata approvata anche in sede di conferenza dei servizi e stiamo predisponendo i documenti necessari per bandire la gara che sarà in regime di appalto integrato. Tutto sta procedendo regolarmente e siamo in linea con la tempistica prevista. Il nostro scopo è quello di riportare il centro storico al suo originario splendore per tornare a essere vissuto dai cittadini”. Questo ha dichiarato ad AgrigentoNotizie l’assessore comunale Gerlando Principato, raggiunto telefonicamente dalla redazione. Saranno le dinamiche del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e le relative risorse economiche a stabilire le sorti dell’isolato compreso tra le vie Zuppardo, Cobaitari, Alletto che è l’area oggetto degli interventi previsti.

Il nostro scopo è quello di riportare il centro storico al suo originario splendore

Gerlando Principato, assessore comunale di Agrigento

Le cause dello spopolamento del centro storico

Fu la frana del 19 luglio 1966 a segnare definitivamente l’esodo degli abitanti dal cuore antico di Girgenti che probabilmente videro, nella speculazione edilizia che seguì la calamità naturale, anche un’opportunità di riscatto sociale. Trasferirsi nei moderni palazzi, secondo la concezione abitativa dell’epoca, avrebbe migliorato le condizioni di vita grazie ai confortevoli appartamenti realizzati nei nuovi quartieri che sorsero nella zona a valle del parco dell’Addolorata, ovvero Villaseta e Monserrato. Zone quest’ultime che oggi si definiscono periferiche e che, al pari del centro storico, necessitano di interventi di riqualificazione. 

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