rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
La decisione

Capitale italiana della cultura 2025, la Regione "commissaria" i suoi soldi: creato un tavolo per controllare la spesa

Un'iniziativa inedita, non adottata nel passato quando il titolo venne intercettato da Palermo, che è figlia anche dei contrasti dentro il centrodestra che governa Palermo e Agrigento

La Regione siciliana mette le mani sull'organizzazione di Agrigento capitale italiana della cultura 2025. La notizia è passata sottogamba in questi giorni, ma le conseguenze delle scelte del presidente Schifani in primis avranno importanti ricadute sull'organizzazione dei festeggiamenti del prossimo anno anche, e non solo, sotto il profilo organizzativo ed economico. 

A direi il vero, già nei giorni scorsi, era stato proprio il governatore a chiarire l'attenzione di Palermo verso la vicenda, spiegando che lo scopo fosse unicamente quello di garantire il massimo rispetto dell'uso corretto di quelli che sono fondi pubblici. "Non è che non ci fidiamo", aveva aggiunto sornione durante un evento svoltosi proprio ad Agrigento.

Sarà quel che sarà, ma i fatti, dicono che concretamente la Regione agirà da arbitro "supremo" nell'utilizzo dei 5 milioni di euro che arriveranno in città tra quest'anno e il prossimo. Si ricorderà come questo trasferimento fosse, in origine, determinato nel doppio delle risorse invece oggi inserite in finanziaria, e, i malpensanti, dicono che forse adesso il fondo potrebbe essere ricostituito nella sua interezza.

Tutto è contenuto in un provvedimento che ha visto la luce lo scorso 6 marzo e che di fatto ha già svolto i propri effetti in occasione della travagliata attribuzione delle risorse usate per il Mandorlo in fiore e che provenivano appunto dal “tesoretto” stanziato dalla Regione. Soldi che, come sanno perfettamente tutti gli addetti ai lavori, sono stati a lungo a centro di un vero "braccio di ferro", con uno stanziamento che è arrivato praticamente a ridosso della kermesse da parte della Regione e che, con una nota stampa, è stato specificatamente ricondotto alla volontà del solo presidente Schifani.

Nel provvedimento di inizio mese, condiviso dal governatore e dall'assessore ai Beni culturali Scarpinato, si precisa che "stante la strategicità dell’evento e l’alto valore promozionale per l’immagine della Regione”, si crea appunto un “apposito gruppo di lavoro” con il compito di guidare la città verso il traguardo di capitale italiana della cultura.

Una commissione composta da un delegato del presidente della Regione, da un rappresentante dell’assessorato regionale dei Beni Culturali, cioè l’oggi dirigente del servizio 4 Giuseppe Parello, già presidente del Parco archeologico e oggi commissario del Consiglio del Parco, da un rappresentante del Comune di Agrigento e dal responsabile legale della fondazione Agrigento 2025 cioè il presidente Giacomo Minio.

Nel decreto si fissano una serie di scadenze per il Comune: entro 30 giorni dalla notifica del decreto, va presentato il programma delle iniziative che intende realizzare con i fondi della Regione. Un programma che dovrà contenere l’elenco delle iniziative che si intende realizzare con la specifica dell’esercizio finanziario cui imputare le somme.

“I progetti delle iniziative – si legge - dovranno essere redatti e approvati secondo le modalità previste dalla vigente legislazione. E’ ammissibile la presentazione del programma in fasi successive ma non oltre il 30 giugno 2024 per le iniziative che si intendono svolgere nell’esercizio finanziario
2024".

Trasmessi questi dati, quanto inviato dal Comune sarà sottoposto a “valutazione della coerenza e verifica delle procedure tecnico amministrative da parte del Dipartimento regionale dei Beni Culturali”. In tal senso si stipulerà una specifica convenzione finalizzata a regolare i rapporti tra il dipartimento e il Comune di Agrigento per la fase attuativa rispetto al cronoprogramma delle operazioni, l’eventuale rideterminazione del contributo e le modalità di erogazione delle somme, ma anche le modalità di monitoraggio e controllo.

Ma i soldi potranno essere usati per cosa? “Le iniziative – dice la Regione - saranno contraddistinte da elevato e riconosciuto livello”. Ammissibili tutte le spese correlate allo svolgimento degli eventi in questione, dalla promozione alle semplici attività di service, trasporto e assicurazione di beni culturali esposti, pagamento di artisti eccetera.

Il programma, i dettagli e le fasi di attuazione dovranno essere poi sottoposte al gruppo di lavoro che avrà compiti “di indirizzo strategico amministrativo”. Insomma, Schifani sembra dire: "Mio il pallone, mie le regole".

E che tutto questo avvenga in un periodo di sostanziale tensione tra Forza Italia e Fratelli d'Italia a livello locale e dentro la stessa giunta comunale è, ovviamente, un caso.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Capitale italiana della cultura 2025, la Regione "commissaria" i suoi soldi: creato un tavolo per controllare la spesa

AgrigentoNotizie è in caricamento