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Aica, i conti fanno "acqua": oltre 9 milioni di crediti e 38mila utenze idriche "dubbie" da verificare

Nemmeno i comuni pagano il dovuto: ammonta ad oltre 2milioni la somma dovuta dai municipi al gestore del servizio idrico. Il Cda delibera delle misure correttive

Nei prossimi giorni i sindaci di Aica dovranno deliberare sul bilancio della società, caricando sui Comuni il disavanzo di circa 2milioni di euro registrato dal gestore del servizio idrico. Peccato che l'azienda, in realtà, oltre ad aver sospeso già in epoca commissariale un'effettiva lotta all'abusivismo, abbia oggi in "pancia" oltre 9 milioni di euro di crediti, parte dei quali colpa, diretta o per semplice omissione, di alcuni Comuni.

Tutti i numeri sono contenuti in un documento, le "Misure correttive finalizzate a riportare in equilibrio economico finanziario Aica", deliberato nei giorni scorsi dal Cda della società e trasmesso per conoscenza alla Prefettura insieme ad una lunga lettera in cui il consiglio di amministrazione replica alle richieste di chiarimenti avanzate dalla Consulta delle associazioni per l'acqua pubblica. Tutto partendo, ovviamente, dallo stato di disavanzo strutturale certificato per gli anni 2021 e 2022.

Un corposo elenco di "faremo" e di scadenze dettate al direttore generale entro il 31 dicembre, affinché si avviino (per concludersi chissà quando) le procedure necessarie per fermare l'emorragia di risorse economiche della società pubblica.

Si parte dall'azione nei confronti di quei comuni - e sono tanti - che non hanno ancora versato la quota dell'erogazione straordinaria stabilita dalla Regione nell'agosto del 2021 con un decreto che aveva lo scopo di sostenere Aica nella sua fase di nascita ma che i primi cittadini hanno sposato solo in parte. Si tratta di circa 2 milioni di euro che, dice la relazione, "permetteranno di dare certezza e stabilità alle entrate dell'azienda, eliminando una della cause principali di squilibrio finanziario". Come Aica dovrà "imporre" ai Comuni di pagare queste somme è tutto da capire.

Se ovviamente la società punta ad una riduzione significativa dei costi per l'energia, con un investimento in tecnologie e la revisione dei contratti in essere - e la nomina di un energy manager - più "concreti" sono i 7.600 euro di crediti verso gli utenti che la società vantava al 31 dicembre 2021. Somme che possono adesso passare alla fase della riscossione coattiva. Entro l'anno il Cda ha dato indirizzo al direttore generale avviare le procedure necessarie: se il tempo o le risorse umane non basteranno si dovrà fare ricorso a ditte esterne.

Allo stesso modo Aica conta di recuperare soldi e acqua dalle circa 23mila utenze forfettarie oggi presenti, cui si aggiungono quasi 39mila utenze disdettate che bisogna verificare: queste, infatti, potrebbero continuare ad approvvigionarsi in modo non regolare e alle stesse bisognerà, comunque, far pagare la depurazione. Una battaglia, questa, che risale ai tempi di Girgenti Acque. A ciò si aggiungerà - sempre, ove necessario, con il ricorso a risorse umane esterne - a far ripartire la lotta all'evasione, collaborando con i Comuni per incrociare le banche dati pubbliche.

C'è poi il tema del recupero degli impianti e delle risorse detenuti oggi ad esempio dal consorzio Voltano: anche qui l'impegno è ad attivare le procedure entro l'anno, ma si tratta, appunto, di una speranza, più che altro.

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