"Il colore del nome", l'ultimo libro di Vittorio Longhi nel cuore di Sciacca
Presentazione del libro di Vittorio Longhi, "Il colore del nome", domenica 18 luglio alle 19,30 a Sciacca in via Roma.
Vittorio Longhi e? un giornalista italoeritreo. Ha scritto per diversi quotidiani italiani e stranieri tra cui "The Guardian", "The International New York Times", "il manifesto", «La Repubblica". Ha formato per anni giornalisti di altri paesi per conto delle Nazioni Unite. Nel 2012 ha pubblicato il saggio "The Immigrant War" (Policy Press).
"Penso che tu sia il figlio di mio zio Pietro... Non abbiamo piu? sue notizie da quando e? partito per l’Eritrea.» Cosi?, poche parole ricevute via Facebook, cancellano per Vittorio, diciotto anni, il tempo passato dall’ultimo incontro con suo padre, alla stazione di Milano. Ma lui non sa nemmeno chi sia Aida, la presunta «cugina» eritrea che lo contatta.
Cerca di ignorare quel messaggio, si immerge nel lavoro di giornalista. Ogni nuova inchiesta, pero?, lo riporta nello stesso luogo. In Africa, a seguire rivolte e repressioni, rotte della migrazione e dell’asilo, della tratta di esseri umani. In Africa, dove si trovano, che lo voglia o no, le sue radici. Perche? Vittorio, europeo e italiano, e? un figlio del meticciato lungo tre generazioni. Il bisnonno Giacomo, arrivato nella colonia nel 1890 con il regio esercito, fa due figli con una moglie-bambina eritrea, per poi abbandonarli.
Il nonno Vittorio, ucciso sulla porta di casa ad Asmara perche? attivista meticcio, lascia vedova e orfani a fare i conti con l’eredita? delle violenze fasciste. Il padre Pietro si rifugia in Italia, si sposa, fa un figlio; ma non basta tornare «in patria» per conquistare la stabilita?.
Seguendo le tracce di questa saga famigliare che torna alla luce con prepotenza, Vittorio e? destinato a scoprire l’origine del proprio nome, a capire la forza del sangue, a domandarsi cosa sia l’identita?.
A portare a galla molti segreti: non solo i suoi ma quelli di una colonizzazione italiana peggio che dimenticata, rimossa, insabbiata sulle due sponde di un mare solcato da troppe storie. Cosi?, cent’anni di uomini tormentati e donne forti – da Gabru? in Eritrea a Loretta in Italia: le costruttrici, le resistenti – diventano cent’anni di menzogne e di responsabilita? negate. Di battaglie vinte e perse, ma non ancora concluse.