“I libri del Griffo”, rassegna letteraria tra i reperti antichi del museo: ecco il programma
Nuova rassegna letteraria organizzata dal museo archeologico “Pietro Griffo” di Agrigento. Dopo il primo appuntamento dedicato al volume fotografico “Agrigento intima” di Angelo Pitrone, il ciclo proseguirà giovedì 20 aprile con la presentazione di “Paesaggi del Belìce. Gli anni del prima e post terremoto fino ai nostri giorni” a cura di Giuseppe Maiorana e della Rete museale e naturale belicina – Fondazione Orestiadi.
C’è un filo sottile che corre attraverso i volumi che il Museo archeologico Griffo di Agrigento ha scelto di presentare: la sicilitudine intesa non nel senso sciasciano di solitudine e delusione del siciliano, piuttosto dell’immersione in una storia che, declinata su piani e prospettive diverse, riesce ad emergere e coinvolgere sempre. Sono volumi in cui il gusto dell’immagine si coniuga alla memoria, in cui l’architettura pare stagliarsi al sole o l’utopia si perde tra uomini di valore.
Un appuntamento ogni giovedì, fino al 25 maggio. “Abbiamo scelto titoli che indagano la Sicilia, le sue scoperte, le sue caratteristiche, e offrono spunti diversi di discussione”, spiegano il direttore del Parco archeologico e paesaggistico Valle dei templi Roberto Sciarratta e il dirigente responsabile del museo ”Griffo” Giuseppe Avenia. Gli incontri si svolgono nella sala Fazello.
L’appuntamento di giovedì 20 aprile sarà dedicato al racconto corale della Valle del Belìce che racchiude in un’unica cornice i 25 siti (musei, riserve naturali, parchi archeologici e luoghi della cultura) aderenti alla Rete, attraverso fotografie e testi.
Il 27 aprile toccherà a “Immagina Riesi” di Gustavo Alabiso, a cura di Laura Cappugi e Gaetano Pennino, pubblicato dal Centro regionale del catalogo (CRICD): la storia, con immagini e testi, di una comunità e di una piccola grande utopia, un esperimento sociale nella Riesi rurale degli anni ‘60/’70 del secolo scorso, intrisa di modelli di comportamento e di potere duri a scalfire. Prevista la proiezione di alcune scene tratte dal film Una storia valdese di Salvo Cuccia.
Il 4 maggio un’altra opera corale: il volume che studiosi e amici hanno voluto dedicare a “Sebastiano Tusa. L’uomo, lo studioso, l’archeologo” (Angelo Mazzotta Editore) seguendo le sue tracce in quel Mediterraneo che è un immenso giacimento di reperti e di storie. Con lo scomparso Aurelio Pes, ha coordinato il lavoro Valeria Li Vigni - moglie e compagna di studi dell’archeologo, oggi presidente della Fondazione a lui intitolata - che parteciperà all’incontro per raccontare l’attività sui progetti avviati da Tusa.
L’11 maggio, tocca a “Lontano dalle procelle del mondo” di Francesca Patti (Medinova), ampia indagine scientifica e documentaria sugli istituti d’assistenza femminile di Girgenti lungo i secoli, attraverso materiali e archivi, e le storie delle sfortunate fanciulle ricoverate dal XVI secolo in poi.
Penultimo appuntamento, il 18 maggio, con “Falaride e la terra del mito” di Roberto Tedesco (Spazio Cultura Edizioni), l’antica Akragas del 554 a.C., tra intrighi di potere tra aristocratici e guerre: lo spregiudicato tiranno Falaride vuole assoggettare i coloni di Himera, e si affida al figlio Diofobo, fine oratore a cui si opporranno (con le sue stesse armi) il matematico Mamertino e il popolare poeta Stesicoro.
Chiude la rassegna, il 25 maggio, “Agrumi. Una storia del mondo” di Giuseppe Barbera (Il Saggiatore), storia del mondo inedita, in cui le vicende umane girano attorno a un cedro o a un limone; raccontata con il piglio dello studioso e l’amore per il paesaggio e la sua bellezza.
L’ingresso agli incontri, che cominciano alle 17,30, è libero.