“Comu vena, si cunta!”: si presenta in biblioteca il libro di Vincenzo Bonelli
Giovedì 8 giugno alle 17 la biblioteca comunale “Luigi Vitali” di Licata, in piazza Matteotti, Vincenzo Bonelli presenterà il suo libro “Comu vena, si cunta!”. L’incontro sarà moderato da Stefano De Angelis.
“Bisognava ripartire e ricostruire tutto da capo. Le macerie lasciate dalla guerra andavano eliminate. Le famiglie andavano ricostruite. Il lavoro andava ricreato. La miseria andava sostituita con la prosperità. Non si poteva dimenticare, ma ricordare per ricostruire in modo più bello e più forte di prima. In Sicilia tutto questo non si percepiva, perché? Si chiese Carmelina”. Licata e Milano. Due mondi agli antipodi, eppure legati l’uno all’altro dal sangue dei propri lavoratori agli albori della seconda metà del Novecento.
“Cume vena, si cunta!” è la prima opera letteraria di Vincenzo Bonelli, nato nel 1968 a Licata ma subito trasferitosi con la famiglia a Bergamo, mette a nudo il grande contrasto fra due modi di pensare e di vivere completamente differenti attraverso una grande storia d’amore, catapultata dalla piccola Licata alla grande Milano nel volgere di pochi mesi, da aprile a dicembre del 1949.
Una storia d’amore avventurosa, piena di colpi di scena, che nel passaggio dalla Sicilia alla Milano cresce e si trasforma, così come i caratteri e le personalità di Mimmo e Carmelina, i protagonisti del romanzo. L’autore cura nel dettaglio non solo le descrizioni dei luoghi così come i tratti dei personaggi, ma anche l’aspetto linguistico inserendo in tutto il romanzo alcuni passaggi in dialetto siciliano. Inoltre la storia dei due protagonisti, nel suo evolversi, si appoggia a riferimenti storici attendibili – dalla Guerra Civile Spagnola del 1936-39 al Patto Atlantico del 1949, dallo sbarco degli alleati in Sicilia nel luglio del 43 alla nascita della Pinacoteca di Brera nel 1949/1950 - che contestualizzano e rendono altresì avvincente il romanzo.
“Cume vena, si cunta!” è diviso in due parti: la prima si svolge interamente in Sicilia, la seconda interamente a Milano. Due ritratti sinceri, equilibrati e veri di due realtà sociali, umane ed emotive profondamente differenti.
Da una parte la Sicilia “difficile da spiegare. A chiunque” come si legge nel romanzo, piegata e amata dal sole, fatta di passioni, ignoranza, pettegolezzi, omertà, ma anche di audacia e desiderio di migliorarsi, anche se sono spesso sentimenti privati, non collettivi.
Una Sicilia che nei tratti essenziali non è poi così distante da quella risorgimentale descritta da Tomasi di Lampedusa nel “Gattopardo” o da quella di Pirandello nel suo primo romanzo, “L’esclusa”, scritto a soli 26 anni, o ancora dalla Sicilia dei romanzi di Andrea Camilleri. Dall’altra parte c’è il nord, c’è Milano. Laboriosa, razzista, in pieno fermento post-bellico, pronta a risorgere dalle sue stesse macerie, meritocratica, che vuole “sostituire la miseria con la prosperità”, disposta a “ricordare per ricostruire in modo più bello e più forte di prima”, capace di modellare le menti di chi è pronta ad abbracciarla senza pregiudizi e paure. Esattamente quello che accade a Mimmo e Carmelina.