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Sabato, 27 Aprile 2024

L'auto di Rosario Livatino esposta all'Ars? La Vardera: “E' patrimonio di tutti, non può stare in un garage”

La proposta del vicepresidente della commissione antimafia all'Ars riguarda la Ford Fiesta appartenuta al giudice beato da oltre trent'anni è gelosamente custodita dal signor Angelo Terrana.

“La macchina del beato Livatino che si trova in un garage, dovrebbe essere invece patrimonio di tutti. Dovrebbe essere esposta in un museo ed è per questo che sarò promotore per cercare di portare l'auto nel Parlamento siciliano che è il luogo di tutti”. Queste dai microfoni di AgrigentoNotizie sono le parole del vice presidente della commissione antimafia all'Ars, Ismaele La Vardera che, in forma privata, si è recato nella stele commemorativa di contrada Gasena, sulla statale 640, dove il 21 settembre del 1990 venne barbaramente assassinato il magistrato canicattinese. L'auto, la Ford Fiesta color amaranto del giudice, da oltre trenta anni è gelosamente custodita in un magazzino di via Menotti a Canicattì.

 Era stato il padre del beato Rosario Livatino, ad affidarla a un amico di famiglia, il signor Angelo Terrana. L'utilitaria, dal vicoletto del centro storico canicattinese, uscì eccezionalmente nel settembre del 2021 dove, per 48 ore, venne esposta nel chiostro del centro culturale di Piazza Dante e fu un'impresa per gli organizzatori di quell'evento, riuscire a convincere il signor Terrana a spostare, seppur per un periodo breve, la Fiesta del giudice.

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A Canicattì fece discutere l'ipotesi rilanciata anche oggi dal parlamentare regionale, ovvero quella di portarla a Palermo e dalla città dell'Uva Italia si elevò un coro di voci che si dicevano contrari all'idea di spstarla in località diverse dalla città di Canicattì. Il vice presidente della commissione regionale Antimafia, Ismaele La Vardera che vedrebbe bene l'auto esposta al pubblico in una sala di Palazzo dei Normanni, dovrà vedersela con il caparbio custode che a 93 anni di età, ha sempre mantenuto fede al compito assegnatole dal compianto Vincenzo Livatino. Intanto, recandosi per la prima volta sul luogo del delitto, il giovane parlamentare regionale ha evidenziato lo stato di degrado in cui versa uno dei luoghi simbolo della lotta alla mafia. 

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