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Tribunale / Canicattì

"Stipulano contratto di fornitura di porte, si fanno pagare in anticipo 4.800 euro ma non le consegnano": non è reato, assolti imprenditori

Il giudice ha scagionato i titolari di un'azienda ritenendo che non vi sia stata alcuna truffa ma che si tratti solo di una questione civilistica: secondo la procura i sopralluoghi e le pec inviate avrebbero configurato "artifici e raggiri"

Stipulano un contratto con un acquirente per fornirgli le porte della sua abitazione, concordano un prezzo di 4.850 euro e fanno una serie di sopralluoghi finalizzati al montaggio. 

Dopo avere incassato l'importo totale con tre acconti, dell'importo di 1.600 euro ciascuno, e avere inviato una pec con cui confermano al cliente la consegna indicando anche la data, spariscono senza consegnare nè la merce nè restituire i soldi presi in anticipo.

Secondo il tribunale, tuttavia, non ci fu alcuna truffa ma si è trattato solo di una questione civilistica: per questo il giudice monocratico del tribunale di Agrigento, Sabrina Bazzano, ha deciso l'assoluzione dei due imputati.

Si tratta di due coniugi di Canicattì: Loredana Mongitore, 38 anni, titolare di un'azienda e Antonio Migliorini, 41 anni, amministratore di fatto della stessa. 

I due imputati sono finiti a processo per una vicenda relativa al 2017.

A denunciarli era stato un cliente sostenendo di essere stato raggirato dai coniugi che avrebbero, a suo dire, finto di procedere alla fornitura, sostenendo anche di essere fornitori ufficiali di un marchio, effettuando specifici sopralluoghi e inviando una pec con cui comunicavano orari e dettagli della consegna.

In realtà, dopo avere incassato l'intero saldo, non consegnarono nulla e si scoprì che non erano più da tempo fornitori di quel marchio. Il giudice, tuttavia, come sostenuto dalla difesa, ovvero l'avvocato Gioacchino Sanfilippo, ha assolto gli imputati ritenendo che si sia trattato di una questione civilistica e che non avessero l'intenzione di truffare l'acquirente.

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